L'esecutivo dei Paesi Bassi è stato travolto da uno scandalo legato ai bonus per i figli, che ha coinvolto circa 20mila famiglie accusate ingiustamente di frode. “Se l'intero sistema ha fallito ci si deve assumere la responsabilità collettiva”, ha spiegato il premier. Dopo l'Estonia, è la seconda crisi nell'Unione europea
Il governo di Mark Rutte nei Paesi Bassi si è dimesso per uno scandalo legato ai bonus per i figli, innescando la seconda crisi nell'Unione europea dopo la caduta dell'esecutivo di Jüri Ratas in Estonia. Il primo ministro liberale resterà per gli affari correnti. Gli olandesi andranno al voto il 17 marzo, la data che era già stata fissata per le elezioni politiche alla scadenza naturale della legislatura. Lo scandalo che ha portato alla caduta della coalizione tra i liberali di destra del Vvd, i cristiani democratici della Cda, i liberali di sinistra dei D66 e l'unione cristiana Cu non è legato a questo governo, ma a quello che Rutte aveva diretto tra il 2012 e il 2017 con il partito laburista della Pvda. Durante quel periodo le autorità fiscali avevano adottato un approccio aggressivo contro le frodi ai sussidi per i figli. Circa ventimila famiglie erano state prese di mira, di cui circa la metà di origine con doppio passaporto (e dunque di origine straniera). Erano i tempi in cui il leader di estrema destra Geert Wilders era in testa nei sondaggi, denunciando la generosità dello stato olandese nei confronti dei migranti. A circa 10 mila di queste famiglie, accusate di frode, le autorità fiscali avevano chiesto di rimborsare i bonus, in alcune casi per migliaia o decine di migliaia di euro. Un rapporto di una commissione parlamentare di inchiesta ha stabilito la responsabilità delle autorità pubbliche sotto il precedente governo. Il ministro dell'epoca Lodewijk Asscher ha dato ieri le dimissioni da leader del Partito laburista (oggi all'opposizione). Il governo Rutte si è scusato e ha promesso di indennizzare le famiglie accusate ingiustamente di frode. Ma non è bastato. Sotto la pressione dei media, e dopo aver consultato gli altri partner di coalizione, Rutte si è recato dal re dei Paesi Bassi per rimettere il suo mandato. “Se l'intero sistema ha fallito ci si deve assumere la responsabilità collettiva”, ha spiegato Rutte in una conferenza stampa.
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