Il libro di Kouchner ha aperto il vaso di Pandora ben oltre Duhamel, mettendo a nudo il controverso passato di un'intellighenzia universitaria che sognava di trasformare Science Po in un campus all'americana (e in parte ci è riuscita)
L’onda di choc provocata dal libro della giurista francese Camille Kouchner, “Familia grande” (Seuil), ha travolto in un colpo solo due santuari dell’élite francese: Sciences Po, la scuola di scienze politiche che forma l’establishment, e Le Siècle, il club ultraesclusivo che riunisce la crème del potere parigino. Perché ai vertici delle due istituzioni troneggiava fino a pochi giorni Olivier Duhamel, politologo e costituzionalista rinomato, opinionista ed ex eurodeputato socialista, ma anche patrigno accusato di aver abusato sessualmente del suo figliastro in una villa in Costa Azzurra, negli anni Ottanta, quando in un certo mondo intellettual-mondano tutto sembrava permesso.
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