Il turbinio di donne, indiani, afro, trans e diversity al potere è una boccata d’aria in un ambiente intossicato, ma poi alla bestia di un paese incurvato sotto il peso della divisione bisognerà dar da mangiare altro che non sia aria. Occhio al clima festaiolo
Ora non esageriamo. Va bene Lady Gaga, il concertone, la passeggiata, la poetessa afro toccante (come si dice), tutto bene, benissimo, ogni solennità ha la sua cifra stilistica e siamo usciti dal delirio dell’American carnage e dell’America first!, ma a quanto mi dice una cara amica c’è anche la cara Botteri che definisce l’europeismo di Biden come il prodotto della frequentazione di sant’Agostino e una signora che rivendica il tessuto-non-tessuto di plastica fine di cui sono fatti i guantini di Bernie Sanders. Io sono un patito della retorica americana illuminata, quella della collina e della libertà nel e per il mondo, l’ho abbracciata da anticomunista liberal (ooops!) con la stessa o forse con una passione superiore a quella per la Russia sovietica, ma come diceva Totò “ogni limite ha la sua pazienza”. Nel consueto bagno di opportunismo sbilenco, pagine e pagine di giornali italiani da subito suggestionati da Trump e dal trumpismo hanno ora celebrato il ritrovamento dei valori a stelle e strisce e la riconciliazione nel paese magistrale della democrazia liberale, vabbè, todos caballeros, però la celebrazione romantica e hillbilly del burino dell’America profonda rappresentato e difeso come forgotten man da quel cialtrone vestito del suo parrucchino, che voleva riscattare col populismo narciso la classe media tradita dalle élite, io me la ricordo. E non vorrei che adesso dimenticassimo, in quest’aura di sogno ritrovato, i fondamentali di un incubo politico che ha avvilito un pezzo della nostra vita. L’eredità di otto anni di una presidenza glamour, attenta e consapevole, competente e dai riflessi sicuri e molto lenti, la presidenza Obama, si chiama The Donald, Mar-a-Lago e bellurie varie. Si chiama Bannon al potere (breve incontro), e Giuliani e Manafort e una manica di generali e faccendieri felloni che con la solita scusa di consolare i poveri hanno arricchito i ricchi e mandato al diavolo il sistema costituzionale delle libertà quasi perfette.
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