Il futuro della Germania ha una patina d’antico: l’odore acre del carbone, la rovente colata dell’acciaio, l’infernale fucina di Thor, l’incanto di Lorelei ondina del Reno. Evoca il mito e la potenza, ricorda la storia che ha segnato l’Europa. Nomi che minacciano, nomi che spaventano, nomi che promettono: Colonia la città di Agrippina, Treviri la capitale di Costantino, Aquisgrana la cittadella di Carlo Magno, la Rhur madre matrigna di tanti massacri. E poi lui, il grande fiume che taglia il continente dal Ticino al Mare del Nord, fa da sponda con la Francia, bagna i Paesi Bassi. Oggi torna al vertice della politica la Germania che ha sempre guardato a occidente, e non solo perché è la patria di Armin Laschet, che guiderà l’unione cristiano democratica, la Cdu, alle elezioni del 26 settembre prossimo, ma perché sono in ballo i nuovi equilibri mondiali dopo l’elezione di Joe Biden e la vittoria dei democratici negli Stati Uniti.
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