L’Ema incontra i russi per parlare del loro vaccino, ma c’è diffidenza e, mentre nemmeno Putin lo fa, la sua corsa è frenata dalla campagna geopolitica
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, è stata tra i primi europei a dire che, con un’approvazione dell’Ema, si sarebbe anche potuto pensare a un’intesa su produzione e utilizzo del vaccino russo Sputnik V in Europa. Questa settimana, come l’Ema ha confermato al Foglio, c’è stato un incontro tra il gruppo che ha sviluppato il vaccino, che ha presentato una richiesta di consulenza scientifica, e l’Agenzia europea per i medicinali. I risultati della ricerca potrebbero arrivare per fine gennaio ma c’è chi, come il premier ungherese Viktor Orbán, ha già autorizzato la distribuzione dello Sputnik V basandosi sui risultati dei test clinici svolti in Russia e su una valutazione di esperti ungheresi. Mentre si attendono le raccomandazioni dell’Ema e si apre uno spiraglio di fiducia nei confronti del vaccino russo, Mosca deve però raccogliere i pezzi di quella che è stata una campagna promozionale sbagliata, basata più sulla propaganda che sui risultati scientifici. Il Cremlino si è a lungo lamentato della cattiva pubblicità che veniva dai paesi occidentali, ma fino a ora non aveva accettato di condividere i risultati del suo prodotto.
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