Da domenica notte i voli in entrata e in uscita da Israele sono bloccati fino alla fine del mese; il lockdown rigido è in vigore nel paese almeno per questa settimana ancora; il vaccino è stato somministrato a oltre due milioni di persone, ora iniziano a essere chiamati anche i ragazzi dai 16 ai 18 anni; il ministero della Sanità ha firmato con Pfizer un accordo di “condivisione dei dati” e pare che abbia fatto lo stesso con Moderna. Come si sa, il premier Netanyahu ha una certa fretta perché vuol far coincidere la sua campagna elettorale con quella dei vaccini e conta che siano entrambe di grande successo: per farlo ha messo in campo la sua amicizia personale con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, e anche un bene molto prezioso che va al di là delle discussioni sui soldi in più che Israele avrebbe speso per poter ottenere dosi per tutti in breve tempo: i dati.
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