Quando scatta il coprifuoco Tunisi tace. Ma il silenzio, a volte rotto dal suono di qualche petardo e delle sirene in lontananza, non equivale alla calma. Ad ogni rotonda, i furgoni della polizia controllano chi entra ed esce dai quartieri della capitale. Milleduecentoventi arresti in meno di una settimana hanno alimentato la paura tra i protagonisti delle proteste notturne, così chi è riuscito a sfuggire si chiude in casa. I giovani che provano ancora a sfidare le forze dell’ordine al calar del buio sono pochi, anche se la morte di un adolescente colpito alla testa da un lacrimogeno a Sbeitla, nella regione di Kasserine, potrebbe riaccendere gli scontri.
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