Mathieu Laine è uno degli intellettuali liberali più ascoltati di Francia. Attraverso la sua società di consulenza strategica, Altermind, che avrà un’antenna a Milano entro poche settimane, questo entrepreneur e saggista innamorato della libertà sussurra all’orecchio dell’élite imprenditoriale parigina. Anche a quello di Emmanuel Macron, “un amico” a cui nel 2015 aveva suggerito di diventare “presidente” se voleva veramente riformare la Francia. Oggi, Laine, che ha curato nel 2012 un delizioso “Dictionnaire du libéralisme”, è tornato nelle librerie con un pamphlet corrosivo contro lo “stato bambinaia” e le sue derive moralizzatrici: “Infantilisation. Cet État nounou qui vous veut du bien” (Presses de la Cité). “Il virus dell’infantilizzazione circola nel nostro corpo da decenni, ma nessuno ha ancora cercato un vaccino”, dice al Foglio Mathieu Laine, prima di aggiungere: “Rifletto da molto tempo su questo problema, e mi sono reso conto che a prescindere dalla corrente politica di coloro che governano in Francia ci troviamo sempre di fronte allo stesso sistema: ‘Per il nostro Bene’, come amano ripetere, le autorità e l’amministrazione continuano a essere gli attori di un interventismo di stato sempre più invasivo e di una riduzione delle libertà e delle responsabilità individuali. Il giorno in cui usciremo da questa pandemia mondiale, la prima domanda da porci è la seguente: che rapporto deve avere lo stato con i cittadini? Tocqueville diceva che il dispotismo si impone o con la violenza o con l’abitudine. Noi stiamo prendendo delle cattive abitudini”.
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