Walter Lübcke era “un traditore” e io l’ho ucciso, disse Stephan Ernst nel giugno del 2019, confessando l’omicidio. l primo omicidio politico nella Germania moderna commesso da un neonazista “è di particolare gravità”, ha stabilito la Corte d’appello di Francoforte
Walter Lübcke era “un traditore” e io l’ho ucciso, disse Stephan Ernst nel giugno del 2019, confessando l’omicidio del politico tedesco, un merkeliano moderato di sessantacinque anni, che aveva passato gli ultimi anni della sua vita subendo molte minacce da gruppi di estrema destra: ce l’avevano con il suo appoggio alla politica d’accoglienza dei migranti della cancelliera Angela Merkel. Ieri Ernst, quarantasette anni, precedenti per violenze (bombe e coltellate), è stato condannato all’ergastolo: a nulla sono valsi i rimorsi che ha mostrato durante il processo, a nulla le lacrime (era scoppiato a piangere più volte in tribunale), a nulla nemmeno l’impegno a iscriversi a programmi di riabilitazione per estremisti di destra. Il primo omicidio politico nella Germania moderna commesso da un neonazista “è di particolare gravità”, ha stabilito la Corte d’appello di Francoforte: massima pena.
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