La destra hindu, a partire dal premier, ha distrutto la storia e il pensiero del padre dell’India indipendente. Ora, complice la pandemia, anche il modello democratico è a rischio
La destra hindu, oggi al potere in India, odia Jawaharlal Nehru. Il “pandit” Nehru è stato il primo capo di governo dell’India indipendente. Narendra Modi, l’attuale primo ministro indiano, parlando nella Lok Sabha, il Parlamento di New Delhi, ha accusato Nehru e il suo partito del Congresso di “avere diviso l’India nel 1947” e ha affermato che “tutto il Kashmir sarebbe oggi indiano se a Vallabhbhai Patel – e non a Nehru – fosse stato concesso di diventare primo ministro dell’India”. Da quando Modi è alla guida del paese, gli attacchi a Nehru della destra indiana sono all’ordine del giorno. La Planning Commission, il più visibile simbolo della pianificazione economica voluta da Nehru, è stata abolita. I riferimenti a Nehru sono stati tolti dai testi scolastici in molti stati dell’Unione. Il Teen Murti Bhawan, la storica residenza di Nehru a New Delhi, diventata poi la sede del Nehru Memorial Museum and Library, sarà presto trasformato in un museo che racconterà la vita di tutti i primi ministri indiani. Il nome di Nehru sta scomparendo dalle istituzioni governative a lui dedicate.
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