Il “Comma 22” è il protocollo della Birmania. Il paradosso, formulato nel romanzo di Joseph Heller, riguarda un’apparente possibilità di scelta quando non è possibile alcuna scelta. Secondo tale comma in Birmania non c’è stato un golpe. Anche se il copione è stato rispettato. All’alba di lunedì, prima dell’apertura del Parlamento eletto nel novembre scorso, il generale Min Aung Hlaing, comandante di Tatmadaw, le Forze armate, ha ordinato l’arresto del presidente Win Myint, dei leader della National League for Democracy (Nld), il partito che ha dominato le elezioni, di politici e attivisti democratici. E, soprattutto, l’arresto della Signora, Aung San Suu Kyi.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE