Quartieri bloccati, tamponi a tappeto, migliaia di operatori in tute anticontagio per le strade. Scene da film, che tuttavia - dicono gli esperti - non circoscrivono i focolai ma uccidono l'economia
Carrie Lam, la chief executive di Hong Kong e una delle leader politiche più odiate dai suoi cittadini, ha detto ieri che la nuova tecnica per limitare i contagi di Covid nell’ex colonia inglese “funziona benissimo” e non è per niente uno spreco di energie e di denaro pubblico. La chiamano “la tattica dell’imboscata”, Hong Kong è il primo posto dov’è stata sperimentata e funziona così: decine di poliziotti improvvisamente, e soprattutto di notte, chiudono un’area o un intero quartiere in lockdown. Dopodiché procedono a testare chiunque si trovi all’interno di quell’area designata – non è ammesso rifiuto, il test è obbligatorio, e il governo locale ha anche spiegato che si possono ottenere dei “mandati del tribunale” per far entrare gli operatori direttamente nelle abitazioni dei renitenti, visto che molti fingono di non essere a casa. Se le operazioni di test vanno per le lunghe, si deve restare dentro casa, non si può andare a lavoro, ci si deve organizzare con il cibo e se malauguratamente qualcuno era venuto a trovarvi anche con i posti letto.
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