Spahn è stato il primo la settimana scorsa a insistere: dobbiamo mettere un vincolo all’esportazione dei vaccini, altrimenti restiamo indietro. Gli altri (cioè gli inglesi, ma anche gli americani) lo fanno, perché noi no? Söder ha detto: “E’ difficile spiegare che un vaccino molto buono viene sviluppato in Germania ma viene somministrato in maniera più veloce in un altro paese”
L’opinione pubblica tedesca è in subbuglio, si lamenta perché l’epidemia continua a essere forte nonostante il megalockdown, come lo chiamano adesso, e perché la campagna di vaccinazione sembra muoversi con troppo ritardo. Abituati bene, i tedeschi ora sono molto critici e insofferenti: i giornali riportano questo malcontento amplificandolo e ripetendo che la leadership Angela Merkel-Ursula von der Leyen, le due dame tedesche a Berlino e a Bruxelles, sta mostrando una debolezza e una confusione inattese e ingestibili. Poiché gli umori dei tedeschi hanno un impatto anche fuori dai confini, il malcontento è rotolato fino ai palazzi europei, al punto che le “pressioni tedesche” sono diventate il motivo dell’ultimo, goffo ballo sui limiti all’esportazione dei vaccini e il principale tema di discussione degli inglesi, notoriamente in competizione quasi culturale con la Germania.
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