Lokman Slim era un intellettuale libanese che criticava con coraggio il gruppo armato Hezbollah e un giorno aveva dichiarato: “Se qualcuno mi assassina sappiate che è stato Hezbollah”. Ieri mattina è stato trovato nella sua auto ucciso con due colpi di pistola alla testa. Slim aveva creato un centro di documentazione a Beirut che si occupava di archiviare materiale su un argomento tabù per il paese, la guerra civile, perché sosteneva che i libanesi potranno superare quegli anni soltanto se avranno il coraggio di affrontarli. Aveva anche creato un’associazione per difendere la tolleranza, il pluralismo, i diritti umani e la democrazia. La sua casa, chiamata Villa Slim, era un luogo dove si proiettavano film, si parlavano molte lingue e si facevano convegni. Era una voce chiara contro Hezbollah, la grande anomalia libanese: un gruppo armato finanziato e armato dall’Iran che non tollera di essere contrariato e condiziona tutta la vita del paese. E’ stato ucciso, come altri sono stati uccisi in Libano e in Iraq perché hanno parlato contro l’ingerenza dell’Iran e delle sue milizie.
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