Roma. Le proteste in Bielorussia sono arrivate, oggi, al loro sesto mese consecutivo. E manifestare, per i bielorussi, vuol dire scendere in strada ogni fine settimana, a volte anche durante la settimana, prepararsi per eventuali arresti, botte e torture da parte delle forze speciali. Il copione è sempre lo stesso, non è mutato neppure lo spirito pacifico e battagliero dei manifestanti, convinti che sarà la tenacia a far capire al dittatore Aljaksandr Lukashenka che dovrà andarsene, che può tenersi stretto il potere quanto vuole, ma ormai, per la maggioranza dei bielorussi, non è più lui il loro presidente.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE