Lo Stato islamico in Siria sta facendo una cosa che non aveva mai fatto prima: minimizza l’intensità e la frequenza delle sue operazioni nella propaganda che fa circolare sul web. Il numero degli attacchi e degli omicidi mirati nel centro e nella parte orientale del paese è in aumento, ma la divisione media del gruppo terrorista invece che magnificare queste azioni come aveva sempre fatto le copre. I comunicati che prima mostravano foto di combattenti, di armi e di veicoli adesso sono scarni, sono più rari, non mostrano quasi nulla e danno un quadro della situazione meno grave della realtà. Il motivo di questa scelta è abbastanza semplice da capire. Lo Stato islamico riguadagna terreno in Siria e non vuole farlo sapere troppo in modo da ritardare il più possibile l’attenzione internazionale. Questo ritorno avviene sia nella parte centrale del paese a ovest del fiume Eufrate, che è controllata dalle forze del regime di Bashar el Assad, sia nella parte orientale, a est del fiume, che è sotto il controllo delle milizie curde.
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