Le forze armate in Myanmar usano la violenza per cercare di fermare le proteste. Le bande criminali, le leggi contro la libertà di stampa, l'assenza di connessione e una generazione che è ancora troppo giovane per avere paura
Bangkok. "E’ tutto finito. Siamo tornati indietro di trent’anni, non c’è più niente da fare, non c’è una giungla dove nascondersi", dice al Foglio una voce che chiama da Yangon la mattina del 15 febbraio. La connessione internet è stata appena ristabilita dopo un blocco iniziato all’una della notte. Lui usa una Vpn (Virtual Private Network, rete virtuale privata) che dovrebbe garantirgli maggior sicurezza. Ma è comunque cauto. Ripete che è tranquillo soprattutto per tranquillizzare se stesso. Sembra che gli espatriati in Birmania sperino solo che tutto finisca rapidamente. Come la notte ormai trascorsa.
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