Domenica sera, prima che la frequenza su cui trasmetteva Klubrádió, la 92.9, venisse svuotata, i giornalisti dell’emittente hanno aspettato mezzanotte facendo il conto alla rovescia. Quasi fosse l’inizio di una nuova èra, non la conclusione di una storia. Poi il silenzio. Klubrádió è un’emittente radiofonica ungherese, alla quale il governo non ha voluto rinnovare la licenza. Ha parlato di irregolarità, ma la radio era una delle poche rimaste a ospitare voci critiche nei confronti del primo ministro, Viktor Orbán, e del partito di governo Fidesz. Era il punto di riferimento della Budapest liberale, europeista, della Budapest che ha messo insieme le forze anti orbaniane, seppure turandosi il naso, e a creare una coalizione in grado di sconfiggere il candidato sindaco del premier. La storia di Klubrádió come emittente radiofonica si è forse conclusa, nonostante gli appelli dell’Unione europea, ma è cominciata l’èra della lotta e della resistenza e per questo, appena caduta nel silenzio la frequenza su cui trasmetteva, la redazione ha mandato un messaggio su Facebook a tutti gli utenti per dire che era soltanto un trasferimento e che avrebbero iniziato a trasmettere su internet. Così è stato da ieri e il proprietario András Andro ha salutato i suoi ascoltatori dicendo che la sensazione era quella di un malato che si stacca la spina da solo e ha ricordato un discorso di Orbán del 2018 in cui il premier diceva che l’Ungheria non sarebbe mai caduta così in basso da mettere a tacere “le persone con cui non siamo d’accordo”.
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