Le origine della canzone, il testo, la rabbia del governo e quello che non torna del modello sanitario cubano raccontato da chi "lo vive da dentro". Intervista al rapper El Funky
“Il mio nome d’arte è El Funky, il mio nome vero è Eliécer Márquez, ho 38 anni, e con 15 anni di carriera artistica sono uno dei rapper più antichi che ci sono Cuba. Adesso sono uno degli artisti autori della canzone e video che è andata di traverso al regime”. Così si presenta al Foglio uno degli interpreti di “Patria y vida”: titolo che rovescia alla radice il “Patria o muerte" del regime. E il testo, se possibile, è ancora più duro. “E’ finita, tu cinque nove, io doppio due/ 60 anni bloccati a domino/ Siamo artisti, siamo sensibilità/ La storia vera, non quella mal raccontata/ Siamo la dignità di un popolo intero calpestata/ Con pistole puntate e parole che non valgono niente/ Non più bugie, il mio popolo chiede libertà, niente più dottrine/ Non gridiamo più Patria e Morte ma Patria e Vita/ E abbiamo iniziato a costruire quello che sognavamo, quello che hanno distrutto con le loro mani/ Che smetta di scorrere sangue, per il fatto di pensarla diversamente/ Chi vi ha detto che Cuba è vostra, se Cuba è di tutta la mia gente”
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