Candidato cercasi
Senza Sarkò, è Barnier il nome che i Républicains sussurrano per uscire dall'“èra del vuoto”
Dopo la condanna dell'ex presidente francese, nella destra gollista regna l'inquietudine e lo smarrimento. E per salvare una nave ormai alla deriva resta soltanto una carta, il capo negoziatore della Brexit
E ora cosa facciamo? Christian Jacob, presidente dei Républicains (Lr), il partito della destra gollista francese, ha la faccia di un pugile suonato quando è chiamato a commentare la sentenza del tribunale correzionale di Parigi, che lunedì ha condannato a tre anni di prigione per corruzione e traffico di influenze l’ex capo dello stato Nicolas Sarkozy. “La severità della pena inflitta è assolutamente sproporzionata e mostra l’accanimento giudiziario di un’istituzione già molto contestata. Deve essere fatta luce sui metodi e l’indipendenza del Pnf (Procura nazionale finanziaria, ndr)”, ha dichiarato Jacob. Come lui, gli altri tenori di Lr hanno manifestato la loro solidarietà verso l’ex inquilino dell’Eliseo e allo stesso tempo l’indignazione per un verdetto che considerano come un “regolamento di conti politico”. Ma dietro i messaggi di vicinanza e di sostegno regna l’inquietudine in seno alla destra gollista, anche perché l’“affaire des écoutes” è soltanto il primo di una serie di processi che vedranno protagonista l’ex capo dello stato.
“Una parte della destra, ancora alla ricerca del suo ‘candidato naturale’, sperava in un’assoluzione dell’ex presidente, come condizione preliminare per un ritorno in campo prima delle prossime presidenziali, ma la sentenza di lunedì ha avuto l’effetto di una bomba politica”, scrive il Figaro, prima di citare i timori di un insider dei Républicains. “Anche se Nicolas Sarkozy non ha mai detto pubblicamente che voleva tornare a fare politica, lasciava comunque la porta aperta. Con una condanna, seppur in primo grado, diventa più complicato presentarsi davanti ai francesi”. Alla sede dei Républicains, “c’est le choc”, dicono tutti, perché credevano veramente a un altro Sarko-retour, al ritorno dell’avvocato che nel 2007 si prese le redini della destra post chiracchiana, che nel 2012 perse male (sconfitto da Hollande alle presidenziali) e nel 2016 ancora peggio (battuto da Fillon, quello che chiamava “Mr Nothing”, alle primarie), ma in cuor suo era ancora convinto di essere l’unico che poteva rivitalizzare il partito moribondo che è oggi Lr.
La condanna per corruzione – una prima assoluta per un ex presidente – rischia di mandare all’aria tutti i piani. Anzi, per la maggior parte degli eletti gollisti non c’è più alcuna speranza, il sarkozysmo è finito e bisogna voltare la pagina. “A un anno delle presidenziali, Lr deve cercare di incarnare delle nuove idee. E un candidato capace di fargli passare lo scoglio del premio turno, perché il rischio, in caso di mancato approdo al ballottaggio, è di firmare la propria condanna a morte”, ha detto al Monde un membro dei Républicains. Dalle presidenziali del 2012, la droite non si è più ripresa, collezionando sconfitte e scandali. Il Parisien l’ha definita “l’èra del vuoto” della destra gollista francese. E i liberali di Lr, ora che Sarkò è stato condannato, hanno in testa soltanto un nome per salvare una nave ormai alla deriva: il capo negoziatore della Brexit, Michel Barnier.