Il Partito popolare spagnolo scappa da Vox e dal passato, ma non sa in che direzione correre. I consigli di Aznar, la mossa coraggiosa del leader Casado e la via stretta del conservatorismo di questi anni Venti
La storia recente del centrodestra spagnolo è una storia di “complessi”: chi nel Partito popolare (Pp) si manifesta senza troppi imbarazzi come “di destra” si vanta di non averne e chi invece si fa portatore di un messaggio passe-partout, meno identitario, è stato spesso accusato di essere un complessato. Per esempio, Federico Jiménez Losantos, star giornalistica di quelli “senza complessi” e fustigatore delle posizioni annacquate di alcuni leader del Pp, ha utilizzato per anni la definizione “maricomplejines” per definire l’ex premier Rajoy e i suoi: è un neologismo che gioca con il nome di battesimo di Rajoy (Mariano), con la parola “complejos” (“complessi”) e, tanto per dimostrare di non avere complessi, anche con la parola “maricón” (“finocchio”), il tutto declinato con il diminutivo “-in”.
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