Il M5s continua a perdere pezzi al Parlamento europeo
Marco Zullo è entrato nel gruppo dei liberali di Renew. E così più di un terzo dei 14 eletti grillini alle ultime elezioni europee se ne è andato
Il Movimento 5 stelle al Parlamento europeo ha perso un altro pezzo, dopo che quattro dei suoi deputati a dicembre avevano deciso di fare secessione e trasferirsi nel gruppo dei Verdi. Marco Zullo, arrivato al Parlamento europeo già con la prima ondata grillina del 2014 e primo degli eletti nella circoscrizione nord-est nel 2019, ha chiesto di aderire al gruppo dei liberali di Renew, che ha dato il suo parere favorevole e che ha ratifico quasi all'unanimità il suo ingresso con una votazione formale: 64 voti favorevoli e 2 astenuti. La delegazione del M5s, che rimane senza gruppo nel limbo dei non-iscritti, scende da 10 a 9 deputati. Con la partenza di Ignazio Corrao, Eleonora Evi, Piernicola Pedicini e Rosa D'Amato nei Verdi e di Marco Zullo in Renew, più di un terzo dei 14 eletti grillini alle ultime elezioni europee se ne è andato. Una maggioranza di Renew si è anche espressa contro la possibilità di far entrare il resto della delegazione del M5s, malgrado negli ultimi giorni fossero ripresi i contatti. Secondo fonti grilline, sarebbe stata una parte di Renew a chiedere al M5s di entrare dentro al gruppo liberale, perché la priorità sono i Socialisti & Democratici. La richiesta ai liberali dunque non sarebbe partita dai grillini. Ma “bisogna essere in due per ballare il tango”, risponde al Foglio una fonte di Renew.
L'operazione che ha condotto Zullo nel gruppo dei liberali, una sorta di vicolo cieco che sbarra ai Cinque stelle restanti l'ingresso in Renew e lascia loro la sola possibilità di cercare un'alleanza con la famiglia dei socialisti europei, porta la firma dell'europarlamentare di Italia Viva Nicola Danti, che con il grillino era in contatto già da diversi mesi.
“Abbiamo già pubblicamente espresso la direzione prioritaria che desideriamo intraprendere”, hanno risposto Tiziana Beghin e Fabio Massimo Castaldo, rispettivamente capodelegazione del M5s e vicepresidente del Parlamento europeo, dopo le rivelazioni del Foglio sull'ipotesi di un ingresso di tutta la delegazione in Renew. “Il M5s al Parlamento europeo ha fatto una chiara e forte scelta di campo testimoniata dalle nostre battaglie per un’Europa più verde, solidale ed equa. Su questi temi registriamo una convergenza positiva al Parlamento europeo con il gruppo dei Socialisti & Democratici, testimoniata da una crescente e robusta affinità nelle scelte di voto”, hanno spiegato Beghin e Castaldo. Per il M5s “il campo e il faro della nostra azione politica è quello dell’esperienza del Governo Conte 2 (...). Nel perseguire questa prospettiva rispetteremo, dunque, le modalità e le tempistiche per il rafforzamento di questo asse per il futuro dell’Europa che verranno concordate con i colleghi del Pd”. Ma “se dovessero arrivare proposte ufficiali da altri gruppi politici, coerenti con la nostra impostazione europeista, ne prenderemo atto e, come correttezza dei rapporti ed educazione vuole, ci confronteremo con loro”, hanno aggiunto Beghin e Castaldo.
La vicenda delle trattative M5s mostra che all'interno del gruppo liberale ci sono dissensi. Una minoranza è scontenta della leadership del presidente Dacian Ciolos e del dominio della delegazione francese di En Marche. Secondo le indiscrezioni raccolte dal Foglio, Guy Verhofstadt e Sophie in't Veld sarebbero gli sponsor dell'ingresso del M5s con l'obiettivo di rafforzare numericamente Renew di fronte alla prospettiva della creazione di un gruppo unico delle destre sovraniste sotto il patrocinio di Viktor Orban dopo l'uscita del Fidsez dal Ppe. Comunque sia, nella discussione interna a Renew “resta la solita e netta maggioranza contraria” all'ingresso del M5s, spiega una fonte liberale.