Perché Erdogan ha la fissa dei tassi bassi e caccia chi gli si oppone
In Turchia non era stato mai rimosso un governatore della Banca centrale dal golpe del 1980. E' successo per la terza volta negli ultimi venti mesi: premono l'inflazione e i capitali in fuga all'estero
E' durato solo quattro mesi l’incarico di Naci Agbal alla presidenza della Banca centrale turca. Nella notte del 17 marzo in cui veniva annunciata l’uscita della Turchia dalla convenzione di Istanbul, Erdogan, per la terza volta in venti mesi, ha sostituito il governatore della massima istituzione che controlla la politica monetaria del paese, facendo tremare i mercati. In Turchia non era mai stato rimosso un governatore dai tempi del golpe del 1980, mentre invece in poco tempo il presidente turco ne ha sostituiti tre con persone a lui più vicine: Naci Agbal, nominato è stato nel novembre scorso quando il ministro del Tesoro e delle Finanze, Berat Albayrak, genero di Erdogan, fu costretto a dimettersi per le forti critiche provenienti anche correnti all’interno dell’Akp, il partito di governo, a lui ostili; l’allora governatore, Murat Uysal, fu sostituito con l’ex ministro delle Finanze Agbal dopo settimane di deprezzamento della lira rispetto al dollaro americano.
Lunedì, la lira turca, dopo aver subito un crollo temporaneo di circa il 15 per cento rispetto al dollaro è riuscita a contenere la perdita al 10. Nessun motivo è stato addotto per giustificare il licenziamento improvviso, ma nel suo mandato di soli quattro mesi, Agbal ha perseguito misure di politica monetaria restrittive con l’obiettivo di arginare l’inflazione a due cifre fino ad aumentare recentemente il tasso di interesse chiave di 200 punti base. Tale politica non è in linea con quella del presidente turco che sostiene la necessità di bassi tassi di interesse, visione questa denominata dai critici “Erdoganomics”. Il presidente è convinto che l’alta inflazione sia la conseguenza degli alti tassi di interesse e ha spesso accusato la Banca centrale di non seguire la sua linea, sebbene molti economisti ritengano che la teoria di Erdogan contraddica principi fondamentali economici consolidati.
La Turchia è da circa tre anni alle prese con una grave recessione e pensa che tenendo bassi i tassi di interesse si possa dare nuovo vigore alla crescita economica. Aveva già trasferito il “Fondo di Riserva” al Tesoro per la necessità di liquidità da iniettare sul mercato e dare ossigeno all’imprenditoria fortemente indebitata con l’estero. La grande imprenditoria turca infatti è stata sempre molto legata al partito di governo dal quale ha tratto grande beneficio in questi oltre 18 anni di potere e ora il presidente teme di perdere il suo prezioso consenso. I capitali stanno fuggendo dal paese, dove alla crisi economica provocata dall’emergenza coronavirus si aggiungono criticità che risalgono a diversi anni fa. E’ lì che vi sono i prodromi di un disastro che si era già palesato dal 2013 con le proteste antigovernative di Gezi cui ha fatto seguito lo scontro interno all’area di governo insorto tra Erdogan e la comunità del predicatore islamico Gülen accusato di aver orchestrato il tentato golpe del 2016. Mentre in quegli stessi anni imperversava il dramma dei 3 milioni e 600 mila profughi in fuga dalla guerra civile siriana. Il problema dell’economia turca è lo stesso da diversi anni e manifesta squilibri strutturali della sua bilancia commerciale, con un eccesso di importazioni per la scarsa competitività delle imprese locali. Un’economia spinta soprattutto dal settore dell’edilizia e con scarsa ricerca e sviluppo. Questo implica che la Turchia ha bisogno di capitali in ingresso per finanziare le sue importazioni, in assenza dei quali deve intaccare le riserve valutarie, oltre che accettare di indebolire il cambio.
Ora il governatore è Sahap Kavcioglu, economista del quotidiano filogovernativo Yeni Safak di proprietà della famiglia del genero di Erdogan, Berat Albayrak. E’ noto che Albayrak e Agbal fossero da tempo in disaccordo. Kavcioglu, ex vicepresidente del Partito della giustizia e dello sviluppo, fedelissimo del presidente, in un suo editoriale aveva criticato duramente il governatore Agbal per aver alzato i tassi di interesse, accusandolo di danneggiare gli interessi del paese. Il giorno successivo, Agbal è stato rimosso e Kavcioglu è diventato nuovo governatore del Banca centrale. Su questa nomina si aggira, come quasi sempre, l’ombra di un intrigo di palazzo.