Nuovo cambio

In Germania si darà AstraZeneca solo agli over 60

Prima Berlino poi Monaco poi via via altre città tedesche e infine tutta la Germania: la somministrazione del vaccino di AstraZeneca al di sotto dei sessant'anni di età sarà sospesa. Fonti del governo ci dicono che l'Italia non seguirà la Germania su questa decisione

Paola Peduzzi

In Germania, dove finora sono state somministrate 2,7 milioni di dosi di AstraZeneca, la commissione che vigila sui vaccini ora vuole prescrivere AstraZeneca soltanto alle persone oltre i 60 anni, confermando così che l’incertezza politica e quella sanitaria stanno andando sempre più a braccetto – con un esito prevedibilmente pessimo: molti tedeschi non vanno a farsi vaccinare appena sanno che si tratta di AstraZeneca

Prima Berlino poi Monaco poi via via altre città tedesche, soprattutto nel Brandeburgo, e infine tutta la Germania hanno deciso di sospendere temporaneamente la somministrazione del vaccino di AstraZeneca al di sotto dei sessant’anni di età a causa di nuove segnalazioni di casi di trombosi – in particolare: 31 casi, nove morti, tutti i casi tranne due sono di donne dai 20 ai 63 anni, ha detto il Paul Ehrlich Institut, che ha sottolineato: è una misura di precauzione. Lunedì anche il Canada aveva sospeso i vaccini di AstraZeneca per i cittadini sotto i 55 anni citando i dati “preoccupanti” in arrivo dall’Europa. Fonti del governo italiano ci dicono che non seguiranno la Germania su questa scelta.

 

In Germania, dove finora sono state somministrate 2,7 milioni di dosi di AstraZeneca, la commissione che vigila sui vaccini ora vuole prescrivere AstraZeneca soltanto alle persone oltre i 60 anni, confermando così che l’incertezza politica e quella sanitaria stanno andando sempre più a braccetto – con un esito prevedibilmente pessimo: molti tedeschi non vanno a farsi vaccinare appena sanno che si tratta di AstraZeneca. Il governo ha una responsabilità molto grande su questo scetticismo, poiché è stato il primo a gettare ombre sull’efficacia e la sicurezza del vaccino (che nel frattempo ha cambiato nome, ora si chiama Vaxzevria, e ha modificato il bugiardino che tiene  conto del possibile effetto collaterale legato alle trombosi), in parte per giustificare i propri ritardi. Come sappiamo, l’altalena su AstraZeneca è stata esportata anche in altri paesi europei, compresa l’Italia, dove c’è stata una sospensione temporanea del vaccino un paio di settimane fa. In Germania l’effetto complessivo è ancora più ampio, perché  sta erodendo la fiducia nell’esecutivo guidato da Angela Merkel sia da parte dei cittadini sia da parte dei governatori regionali. In realtà le recriminazioni riguardano non tanto i vaccini e la campagna di vaccinazione quanto l’adozione di misure adeguate di lockdown, con una terza ondata che sembra davvero molto grave (intanto però si può andare a Maiorca, che è considerata il 17esimo Land tanto è frequentata dai tedeschi: ci sono già i primi turisti risultati positivi e messi nei Covid hotel dell’isola che, secondo tutti, saranno presto pieni). Ancora oggi c’è stata una riunione con i governatori su AstraZeneca per valutare insieme la sospensione temporanea agli under 60: con la Merkel c’era il  suo ministro della Sanità, Jens Spahn, uno dei più duri contro AstraZeneca fin dall’inizio.

 

E’ proprio attorno a Spahn che si è innestata l’incertezza politica. Il ministro è stato a lungo molto popolare e all’inizio dell’anno ha coronato questa sua forza quando è stato eletto dalla Cdu nel ticket che guida il partito assieme ad Armin Laschet. Anzi, addirittura c’è stato un momento in cui molti commentatori dicevano che Spahn poteva ambire all’impensabile: scavalcare Laschet e candidarsi lui come cancelliere alle elezioni di fine settembre. Tra i due il più forte sembra ancora Spahn, ma nel frattempo, nell’offuscamento generale di tutta la leadership tedesca, il ministro brilla sempre meno: è coinvolto in uno scandalo su un appalto di dispositivi di protezione (non riguarda direttamente lui, bensì il suo compagno) che non sembra così grande, ma per vicende simili si sono già dimessi due politici conservatori. Su AstraZeneca poi Spahn ha guidato la comunicazione del governo fatta di molti dubbi e molte illazioni, salvo poi dover fare un passo indietro (anzi: una giravolta indietro) quando si è accorto che aveva i magazzini pieni di AstraZeneca che i tedeschi non volevano più. Se ancora oggi si pensa che il problema della società anglo-svedese sia l’efficacia del suo vaccino e non il suo management, buona parte della responsabilità è proprio di Spahn o più in generale della Germania. E questo porta all’altro elemento di incertezza che è il continuo duello tra la cancelliera Merkel e i governatori dei Länder, tra cui c’è anche Laschet, cioè il suo successore, nonché il termometro vivente delle relazioni dentro al partito e delle aspettative elettorali della Cdu. La Merkel pensa che i governatori stiano applicando con eccessiva discrezionalità le decisioni di lockdown prese assieme: per questo ha detto di essere pronta a ridurre l’autonomia delle regioni e centralizzare il processo delle misure restrittive, cosa che i governatori non hanno preso bene e su cui c’è molta tensione.

 

E continua da parte della Germania anche una specie di meccanismo di compensazione: laddove AstraZeneca non funziona, c’è BioNTech-Pfizer che sta producendo il 25 per cento in più di dosi rispetto alle previsioni.  
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi