esclusiva del Foglio
L'Italia ha acquistato oltre 600mila dosi in meno di Pfizer rispetto a quanto avrebbe potuto
Un documento riservato rivela che il governo Conte ha ordinato meno dosi del vaccino statunitense rispetto a quelle a cui avrebbe avuto diritto in base alla popolazione. A giugno sarà vaccinato il 57,14 per cento della popolazione adulta
L'Italia ha ordinato 617.834 dosi in meno del vaccino di Pfizer-BioNTech di qui alla fine di giugno rispetto a quelle a cui avrebbe avuto diritto con la ripartizione pro-rata basata sulla popolazione che era stata originariamente proposta dalla Commissione europea. E' quanto emerge da un documento riservato, presentato dalla presidenza portoghese del Consiglio dell'Ue, per tentare di trovare un compromesso su un meccanismo correttivo della distribuzione delle dosi con l'Austria e altri paesi che hanno sbagliato gli ordini dei vaccini. Nel primo e nel secondo trimestre le forniture di Pfizer-BioNTech attese per l'Italia sono pari a 33.925.632 dosi, cioè il 98,2 per cento di quanto avrebbe avuto diritto pro-rata. Rispetto alla fornitura complessiva prevista per l'Ue (256.637.937 dosi) l'Italia avrebbe avuto diritto a 34.543.466 dosi, il 13,46% del totale Ue, ripartito come da accordi su base della popolazione nazionale. La differenza non è importante come in altri paesi (si tratta di oltre 600mila dosi in meno) e sarà più che compensata da un accordo tra la Commissione e Pfizer-BioNTech per anticipare la consegna di 10 milioni di dosi dal terzo al secondo semestre. Nell'ambito del compromesso proposto dalla presidenza portoghese dell'Ue, l'Italia dovrebbe ricevere 941.940 dosi aggiuntive prima della fine di giugno. Ma rimangono due interrogativi: perché il governo di Giuseppe Conte non ha ordinato tutte le dosi Pfizer-BioNTech a cui aveva diritto e, soprattutto, perché non ha approfittato di quelle a cui avevano rinunciato altri paesi?
I dati contenuti nel documento della presidenza portoghese, di cui il Foglio è entrato in possesso, mostrano quali stati membri hanno deciso di far man bassa delle dosi Pfizer-BioNTech a cui rinunciavano altri paesi, perché troppo costose o difficili dal punto di vista logistico. I paesi che hanno approfittato delle rinunce altrui avranno molte più dosi e un tasso di vaccinazione più alto a giugno. Malta ha ordinato il 147,7% del suo pro rata e a giugno potrebbe aver vaccinato il 93,10 per cento della popolazione. La Danimarca ha comprato il 126,4 per cento del suo pro-rata e dovrebbe sfiorare l'80 per cento di copertura vaccinale entro la fine del secondo trimestre. Tra i grandi paesi è la Germania che ha approfittato di più delle dosi a cui altri stati membri hanno rinunciato. Il governo tedesco ha ordinato il 111,2 per cento del suo pro rata. Risultato: a fine giugno la Germania dovrebbe raggiungere un tasso di vaccinazione del 61,04. Secondo il documento riservato, sulla base delle forniture previste di tutti i vaccini, l'Italia dovrebbe fermarsi al 57,14 per cento della popolazione adulta vaccinata. Altri paesi che hanno deciso di recuperare dosi di Pfizer-BioNTech sono la Svezia (107,5 per cento) i Paesi Bassi (104,1 per cento), la Francia (102,7 per cento), la Finlandia (102,6 per cento) e l'Irlanda (101,2 per cento).
Gli stati membri che hanno rinunciato in modo più significativo a Pfizer-BioNTech sono la Lettonia (41,0 per cento del pro rata), la Croazia (46,1 per cento), la Bulgaria (46,6 per cento), la Slovacchia (56,2 per cento) e l'Ungheria (84,9 per cento). L'Austria di Sebastian Kurz, che minaccia di mettere il veto al meccanismo correttivo della distribuzione proposto dalla presidenza tedesca, ha ordinato solo il 91,9 per cento delle dosi Pfizer-BioNTech rispetto a quelle a cui avrebbe avuto diritto. La presidenza portoghese del Consiglio dell'Ue ha proposto di attribuire 3 milioni di dosi sui 10 milioni della fornitura anticipata di Pfizer-BioNTech ai paesi che hanno sbagliato gli ordini, ma escludendo l'Austria: 1,2 milioni andrebbero alla Bulgaria, 684 mila alla Croazia, 603 mila alla Slovacchia, 377 mila alla Lettonia e 42 mila all'Estonia. Anche la Repubblica ceca, che ha ordinato il 100 per cento del pro rata di Pfizer-BioNTech ma ha rinunciato a dosi Moderna e Johnson&Johnson, beneficerebbe dalla correzione con circa 143 mila dosi. Secondo il compromesso portoghese, gli altri 7 milioni di dosi verrebbero ripartiti con il sistema pro rata in base alla popolazione.