Francia tutta rossa e scuole chiuse
Macron vuole la “mobilitazione” anti pandemia e rinuncia all’exception française
Stretto tra i contagi in aumento, circa quarantamila al giorno, Emmanuel Macron ha chiesto “uno sforzo supplementare” per le prossime quattro settimane, una “mobilitazione” anti pandemia che vuol dire accettare e rispettare il “rallentamento rafforzato” a livello nazionale. Il presidente francese ha anche dovuto cedere dove non avrebbe mai voluto, dove ha detto che non avrebbe mai ceduto: la scuola, o meglio “l’eccezione francese”. Le scuole medie e i licei saranno chiusi per quattro settimane (di cui due sono di vacanza per la cosiddetta pausa primaverile); materna e scuola elementare saranno chiuse per tre settimane, di cui due sempre di vacanza prevista. Ieri anche il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, si era aggiunta al coro delle pressioni dicendo che la situazione attuale non permetteva più l’eccezione, e andava chiuso tutto. Il presidente, dopo il primo confinamento, aveva chiesto di riaprire gli istituti e aveva insistito affinché si trovasse un compromesso tra sicurezza e istruzione con il risultato che i francesi, in Europa, sono tra gli studenti che hanno fatto più giorni di scuola durante la pandemia. Un primato importante – la scuola non è negoziabile, ha detto di nuovo Macron – usato però dall’opposizione per contestare le misure del governo. Alle polemiche politiche si sono aggiunte anche quelle dei medici che hanno accusato il governo di non usare la prudenza necessaria per contrastare l’epidemia.
Macron è accusato di essere troppo lassista, di aver rischiato troppo, ma lui ha rivendicato quei giorni preziosi in più di libertà che ha concesso ai francesi. Ma il presidente ha anche parlato di una luce in fondo al tunnel: può permetterselo perché la sua campagna di vaccinazione, che era un bradipo, ora va più veloce: a metà giugno in Francia si cominceranno a vaccinare anche gli under 50.