“Vacciner, vacciner, vacciner”
Così la Francia ha dato la svolta alla sua campagna di vaccinazione
Il diktat è lavorare senza sosta. “In totale, 250 mila tra medici, farmacisti, pompieri, infermieri e veterinari sono pronti a contribuire a questo grande sforzo”, ha detto Macron nel discorso alla nazione di mercoledì scorso.
“Vacciner, vacciner, vacciner”. Il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, lo ha ripetuto tre volte mercoledì sera durante il discorso alla nazione sull’epidemia di Covid-19. “Grazie alla vaccinazione inizia a delinearsi l’uscita dalla crisi”, ha affermato l’inquilino dell’Eliseo, annunciando un’ulteriore accelerazione della somministrazione dei vaccini. E un nuovo calendario. A partire dal prossimo 16 aprile, la vaccinazione sarà allargata a tutte le persone aventi più di sessant’anni, dal 15 maggio anche i cittadini di più di cinquant’anni potranno ricevere la prima dose, “ed entro la fine dell’estate, tutti i francesi dai diciotto anni in su che lo vorranno potranno essere vaccinati”, ha precisato Macron, prima di aggiungere: “Stiamo mettendo tutte le risorse necessarie per vaccinare, vaccinare, vaccinare: senza sosta, senza giorni festivi”.
La voglia di ritrovare la libertà di un tempo è tanta a Parigi e la vaccinazione è “la clef pour renouer avec la vie”, ha detto il presidente francese, la chiave per ritrovare la vita, per riallacciare i rapporti col nostro mondo. In materia di vaccini somministrati, la Francia, all’inizio dell’anno, era il fanalino di coda nella classifica dei paesi dell’Unione europea, la nazione che vaccinava più lentamente di tutti, con parecchio imbarazzo da parte di Macron e con malsana gioia da parte di Marine Le Pen, che parlava di uno stato diventato “la risée du monde”, lo zimbello del mondo. Poi, però, c’è stato il cambio di passo, che è arrivato un po’ tardi, ma è arrivato, ed è iniziato il fine settimana del 6-7 marzo, con il lancio di operazioni di vaccinazione di massa in diverse regioni, associato all’apertura di numerosi centri vaccinali (più di cento solo nell’Île-de-France, la regione parigina). “585mila francesi sono stati vaccinati da venerdì. Questo fine settimana è iniziata una nuova fase nella lotta contro il virus”, commentò il primo ministro al termine del weekend della svolta.
La sospensione precauzionale di AstraZeneca per qualche giorno, a metà marzo, ha segnato una battuta d’arresto, ma il rimbalzo è arrivato quasi subito perché dal 15 del mese scorso tutte le farmacie francesi sono autorizzate a vaccinare. “In totale, 250 mila tra medici, farmacisti, pompieri, infermieri e veterinari sono oggi pronti a contribuire a questo grande sforzo nazionale”, ha dichiarato Macron mercoledì sera. Il via libera alla vaccinazione nelle farmacie è stato salutato come un passo in avanti fondamentale nella campagna vaccinale, la “force de frappe” contro il coronavirus, e i farmacisti, che ora possono somministrare soltanto AstraZeneca, contano di essere autorizzati entro breve a iniettare anche i vaccini Pfizer e Moderna.
“Sarebbe importante per due ragioni: anzitutto le dosi di AstraZeneca non arrivano a un ritmo sufficiente per la popolazione; in secondo luogo non abbiamo soluzioni per le persone con meno di cinquantacinque anni, perché il vaccino AstraZeneca è consigliato solo dopo quell’età”, ha spiegato Philippe Besset, presidente della Federazione dei sindacati farmaceutici di Francia (Fspf). L’autorizzazione dell’esecutivo francese ai farmacisti, dopo che l’Agenzia del farmaco europea (Ema) ha dato il suo benestare alla conservazione del vaccino Pfizer in normali freezer per due settimane, potrebbe arrivare nei prossimi giorni, secondo le informazioni di Lci.
L’accelerazione della vaccinazione, ha spiegato Macron, passa anche dall’aumento degli stock a disposizione grazie ai vaccini prodotti all’interno dell’Ue. “Progressivamente diventeremo il primo continente in termini di produzione di vaccini”, ha assicurato il capo dello stato francese. Nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, verranno inoltre aperti trentotto “vaccinodromi”, megacentri operativi sette giorni su sette e gestiti dai pompieri, in cui potranno essere iniettate fino a 500 mila dosi di vaccino a settimana.