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La strategia dei tamponi di Boris Johnson per tornare alla normalità

I tre requisiti per avere il certificato di immunità: l'avvenuta vaccinazione, il test negativo o lo sviluppo degli anticorpi al Covid nei sei mesi precedenti

Gregorio Sorgi

Il nuovo piano del premier prevede due test gratuiti a settimana anche per chi è senza sintomi. La misura non è soltanto sanitaria, ha uno scopo politico: placare le critiche sui certificati di immunità

Londra. Il Regno Unito effettuerà dei tamponi a tappeto per tornare alla normalità il prima possibile. Il nuovo piano che il primo ministro Boris Johnson ha presentato oggi pomeriggio offre a ogni adulto britannico, anche a chi è senza sintomi, la possibilità di effettuare due test gratuiti a settimana. I tamponi rapidi verranno consegnati a casa e distribuiti da alcune farmacie, uffici, scuole e università. Chiunque risulta positivo dovrà poi effettuare un tampone PCR, che fornisce maggiore precisione. 

 

Secondo il governo lo scopo di questo programma è quello di limitare i casi di positività tra chi non ha ancora ricevuto il vaccino, e allo stesso tempo monitorare la diffusione di eventuali mutazioni del virus. Non è la prima volta in cui Johnson insiste sull’aumento dei tamponi per ridurre i contagi e tornare alla normalità. La cosiddetta Operazione Moonshot dello scorso autunno - secondo cui il sistema sanitario nazionale avrebbe dovuto effettuare dieci milioni di tamponi al giorno - si rivelò un fallimento, e fu presto archiviata. Nelle stesse settimane il governo effettuò circa mezzo milione di tamponi nella città di Liverpool, che era stato colpita duramente dal virus, ma il progetto pilota non fu replicato altrove. 

 

In questa fase, l’annuncio dei tamponi a tappeto ha uno scopo politico per Johnson. Da settimane i partiti discutono sui certificati di immunità - ovvero dei documenti che dovrebbero consentire l’accesso ad attività ad alto rischio di contagio - che hanno però scatenato un dibattito ideologico. La contrarietà verso questa proposta ha unito la sinistra radicale del Labour, guidata dall’ex leader Jeremy Corbyn, e la frangia libertaria dei Tory che ha denunciato questa documentazione come l’ennesima violazione delle libertà individuali e una discriminazione verso coloro che non vogliono, o non possono, fare il vaccino. Anche il leader laburista Keir Starmer ha detto in un’intervista al Telegraph che essere costretti ad esporre i documenti per entrare al pub è qualcosa di “anti britannico”, lasciando intuire che, a differenza di quanto è avvenuto fin dall’inizio della pandemia, il Labour stavolta potrebbe votare contro la proposta del governo. Attraverso i tamponi di massa, il premier vuole dimostrare che il nuovo regime non sarà discriminatorio verso coloro che non hanno ancora avuto il vaccino.“ "Ci sono molte questioni etiche. Tante persone non potranno essere vaccinate per ragioni mediche o perché sono in stato di gravidanza” , ha detto Johnson spiegando che verranno imposti tre requisiti per avere il certificato di immunità: l’avvenuta vaccinazione, il tampone negativo o lo sviluppo degli anticorpi al Covid nei sei mesi precedenti. Dato che gran parte degli over 50 sono stati già vaccinati, è probabile che saranno soprattutto i giovani ad approfittare dei tamponi gratuiti. 

 

Inoltre, secondo i piani del governo, il certificato di immunità sarà necessario solamente per accedere ad attività considerate ad alto rischio di contagio come concerti o eventi sportivi. Finora il governo ha individuato nove eventi di massa che avranno luogo a maggio - tra cui la finale di FA Cup e la riapertura della discoteca Circus a Liverpool - in cui sperimentare il certificato. Fonti del governo hanno ribadito che questo documento non sarà obbligatorio per entrare nei negozi essenziali o nei pub, dove il rischio di contagio è minore, nel tentativo di placare le tensioni tra le file dei Tory. 

 

Il certificato di immunità sarà probabilmente obbligatorio per uscire dalla Gran Bretagna, come ha riconosciuto il ministro Michael Gove in una lettera al Sunday Telegraph, il quotidiano che più si oppone a questa proposta. Gove ha spiegato che la “certificazione sarà inevitabile per i viaggi all’estero”, lasciando presagire uno strumento simile al Green digital certificate proposto dalla Commissione europea. Al momento i viaggi all’estero dalla Gran Bretagna sono vietati fino al 17 maggio e. "È troppo presto per sapere se sarà possibile prenotare una vacanza all’estero. Dato lo stato della pandemia all’estero, e il progresso della campagna vaccinale in altri paesi, non siamo nella posizione di confermare se i viaggi non-essenziali all’estero potranno riprendere dal 17 maggio è ancora troppo presto per indicare la data in cui verrà rimosso questo blocco". Tuttavia, oggi Johnson ha presentato un sistema a tre fasce per fare ripartire il turismo. Non verrà imposta alcuna quarantena al ritorno dai “paesi verdi”, per cui basterà effettuare due tamponi negativi, mentre sarà previsto un periodo di autoisolamento nella propria abitazione per chi viaggia dai “paesi arancioni”. Infine resterà in vigore la quarantena obbligatoria in un albergo in aeroporto, a spese del cittadino, per chi ritorna dai “paesi rossi” considerati ad alto rischio. Gli stati verranno collocati nelle diverse categorie a seconda del livello di vaccinazioni, il tasso di contagi e la prevalenza di nuove varianti.

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