serate a Parigi
Chi ha partecipato alle cene clandestine e super esclusive dei palazzi parigini?
Il canale televisivo M6 ha realizzato un reportage ed è entrato in uno dei locali in cui tutto è permesso, nonostante le restrizioni
Chef stellati, i menu e i pettegolezzi sui ministri. Tutti vogliono sapere i nomi dei frequentatori delle serate private senza mascherina e il ministero dell'Interno ha aperto un'inchiesta
#OnVeutLesNoms è l’hashtag che impazza da venerdì sera sui social network francesi. E i nomi che la gente vuol sapere sono quelli dei commensali delle cene clandestine organizzate in totale illegalità in alcuni palazzi e hôtels particuliers di Parigi, con chef stellati ai fornelli e menù che vanno dai 160 ai 490 euro. A queste cene private e super esclusive, la cui esistenza è stata rivelata da un reportage del canale televisivo M6, avrebbero partecipato anche alcuni ministri, secondo quanto raccontato dall’organizzatore di uno di questi incontri, Pierre-Jean Chalençon, un collezionista appassionato di Napoleone (la sua collezione vanta 2mila-3mila oggetti appartenenti o dedicati al primo imperatore dei francesi) e grande frequentatore dei salotti del Tout-Paris. “Ho cenato questa settimana in due tre ristoranti cosiddetti clandestini con un certo numero di ministri”, ha dichiarato a M6 Chalençon. Ma in forma anonima. La sua identità è stata scoperta soltanto domenica sera da France Info, analizzando le immagini del luogo in cui è stato registrato uno dei filmati diffusi da M6, ossia il Palais Vivienne, un hôtel particulier situato a pochi passi dall’Opéra e di cui Chalençon è proprietario dal 2015.
In uno dei video mandati in onda dal canale televisivo parigino, la giornalista entra in uno di questi immobili in cui ci si ritrova in barba alle restrizioni del governo su coprifuoco e divieto di assembramenti e da uno dei camerieri si sente dire: “Le persone che vengono qui si tolgono la mascherina. Quando si varca la porta, il Covid non c’è più. Vogliamo che le persone si sentano a proprio agio. Questo è un club privato. Vogliamo che le persone si sentano come a casa loro”. All’interno, assembramenti, baci e abbracci, niente gesti barriera e soprattutto niente mascherina. Lo scorso febbraio, Chalençon affermava in un’intervista diffusa su YouTube di voler creare un “club dei gastronomi”, il “Vivienne’s club”, dove avrebbe accolto alcune persone “due tre volte al mese, per pranzare o cenare”. In quel video, circolato sui social durante tutto il weekend, dichiarava anche di avere “vari amici nei ministeri”, prima di aggiungere: “Il mio amico Attal, a cui voglio molto bene, verrà a cenare prossimamente”.
Dans une vidéo publiée le 1er février sur YouTube, Pierre-Jean Chalançon évoque les dîners organisés avec Christophe Leroy. Et il dit : "Mon ami Attal doit venir dîner prochainement" (via @MichelEpicetou) pic.twitter.com/anIQDJnr4c
— Sylvain Chazot (@sychazot) April 4, 2021
Gabriel Attal è il portavoce del governo francese. All’Afp, il suo entourage ha reagito così alla diffusione del filmato: “Gabriel Attal non conosce Chalençon e non ha naturalmente mai partecipato a nessuna cena”. La prefettura di Parigi, sollecitata dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin, ha aperto un’inchiesta. “In seguito al reportage di M6, ho chiesto al prefetto di Parigi di verificare la veridicità dei fatti al fine di perseguire, se risultassero veri, gli organizzatori e i partecipanti”, ha twittato Darmanin. La ministra delegata alla Cittadinanza, Marlene Schiappa, ha aggiunto che “se alcuni ministri o deputati hanno infranto le regole, è necessario che ci siano multe e che siano sanzionati come qualsiasi altro cittadino”. Nelle ultime settimane, Chalençon, senza troppe accortezze, si mostrava su Instagram accanto allo chef Christophe Leroy, facendo la promozione delle sue cene a base di caviar e champagne.
Lo stesso faceva il cuoco, che su Facebook pubblicava i suoi menù: quello dell’11 marzo proponeva “bouchées napoléoniennes” e “homard thermidor”. Tutti i post, nel weekend, sono stati cancellati dai diretti interessati. L’avvocato di Chalençon, in merito alla presenza di “un certo numero di ministri” evocata dal suo assistito, ha detto che “c’était de l’humour”, che stava scherzando. Ma le versioni sono già cambiate varie volte nel weekend (domenica, su Twitter, Chalençon diceva che le accuse di essere l’organizzatore di una di quelle serate erano “totalmente false e calunniose”) e nei prossimi giorni è facile immaginarsi ulteriori rivelazioni.
Dalle piazze ai palazzi