È morto il principe Filippo
Il Covid-malattia non c'entra – era stato vaccinato insieme alla moglie – ma come escludere che l'atmosfera tetra di questi mesi abbia fatto la sua parte nel logorare il principe “viveur”, da sempre un modello per le first ladies di tutto il mondo
Il duca di Edimburgo e consorte della regina Elisabetta II aveva 99 anni. Con lui va via l’ultimissimo simbolo di un’Inghilterra coloniale rimossa prima che estinta, il bell’uomo alto con cui tutto il paese pensava di fidanzarsi in questa favola a ruoli invertiti, in cui lui era Cenerentolo e lei la principessa
A un tiro di schioppo dai cent’anni, uscito di scena in un momento in cui la nozione stessa di scena è in dubbio: è finita così, con una morte serena in una mattina fredda d’aprile al castello di Windsor, la lunga parabola di Filippo d’Edimburgo, "svelatore di targhe più esperto del mondo" e sfolgorante principe consorte di Elisabetta II, che perde così il compagno di una vita a due settimane dal suo novantacinquesimo compleanno. Il Regno Unito, che si preparava con timida gioia a una nuova tornata di caute riaperture, è a lutto: l’annunciatrice della BBC aveva gli occhi lucidi e la voce rotta nel leggere il comunicato ufficiale di Buckingham Palace, arrivato poco dopo mezzogiorno – “è con profondo dolore che la regina…” – e il premier Boris Johnson vestito di nero come la porta di Downing Street ha subito rievocato il ruolo di Filippo nella guerra, il suo coraggio e i suoi riflessi pronti, e, nel caso ci fossero dubbi, la sua importanza nel dirigere la famiglia reale "in modo da farla restare un’istituzione indubbiamente vitale per l’equilibrio e la felicità della nostra vita nazionale". Filippo va via, la monarchia no.
Il Covid-malattia non c’entra – era stato vaccinato insieme alla moglie – ma come escludere che l’atmosfera tetra di quest'ultimo anno abbia fatto la sua parte nel logorare il principe “viveur”, greco di sangue danese e tedesco, principale prodotto d’importazione europeo della Royal Family, da sempre un modello per le first ladies di tutto il mondo e già lontano dai riflettori pubblici da qualche anno. Reduce da un lungo ricovero e da un’operazione al cuore, Filippo era da poco diventato di nuovo bisnonno grazie alle nipotine Eugenie e Zara, ma rischiava di vedere i festeggiamenti per il suo compleanno secolare oscurati dall’arrivo del prossimo Royal Baby figlio di Harry e Meghan, che già troppo male hanno fatto alla pressione arteriosa degli anziani di Windsor.
Lui non era tipo da fermarsi e solo nel gennaio del 2019, dopo un incidente bruttarello in cui era coinvolto anche un neonato, gli hanno impedito di seminare il panico per le strade del Norfolk con la sua guida spensierata, ma l’indignazione pubblica non ha superato i livelli di guardia, perché al principe la psiche nazionale ha sempre perdonato tutto. Ora che ai titoli urlati dei tabloids i britannici preferiscono lo storytelling setoso di The Crown per farsi raccontare i propri reali, sembrava di conoscerlo meglio questo bel principe la cui inadeguatezza è stata uno dei principali motori narrativi delle prime stagioni, e chissà perché ci sono state proteste su tutto ma non sul modo in cui è stato descritto lui, aitante e frustrato, antiquato e ottuso. Lo si è perdonato, Filippo, perché alla fine è stato saldo accanto alla sua donna mentre l’accompagnava attraverso la storia, facendola ridere con delle battute terribili che il mondo ha conosciuto solo nella loro versione pubblica, magari già un po’ censurata. In privato, si sospetta, deve essere stato uno spasso.
"Notoriamente non sono mai stato reticente a parlare di argomenti di cui non so nulla", diceva nel 1961 davanti ad una platea di industriali, riservando a sé stesso la stessa ironia che di solito usava per chiunque gli capitasse a tiro in un ambiente segnato da una impassibilità monarchica di cui lui è sempre stato l’aitante nota stonata, impeccabile e impresentabile al tempo stesso. E così è stato fin dall’inizio, fin da quando i due si conobbero che lui aveva diciotto anni e Elisabetta tredici. A casa Windsor non piaceva, lo chiamavano ‘L’Unno’, lui che era figlio del fratello del re di Grecia e di una nipote dell’imperatrice Vittoria, nato a Corfù, con tre sorelle su quattro sposate con nazisti e povero in canna. Dalla sua aveva l’aspetto statuario da Sigfrido germanico, la solida educazione e un trascorso di tutto rispetto a bordo di una nave opportunamente chiamata Valiant. Fece il più bello dei matrimoni, ma forse non fece il più felice dei matrimoni, tanto che a un certo punto anche Buckingham Palace dovette smentire in un comunicato che tra lui e la sovrana ci fosse maretta. Il biografo di Filippo, Tim Heard, dice che quella maniera di fare un passo indietro per uno che non aveva neppure potuto dare il suo cognome ai figli era appannaggio della sfera pubblica, e che in privato sarebbe stato sempre franco e critico nei confronti di Elisabetta, rendendola talvolta triste con tutte quelle storie di feste in cui usava servire la cena nudo, coperto solo da un grembiule di pizzo e da una maschera. Storie forse inventate che però rendono bene quello che il paese ha voluto proiettare in questo bell’uomo, i vizi proibiti che avrebbe voluto coltivare. Pare anche che abbia tradito Elisabetta con un’attrice di un certo successo, una tale Pat Kirkwood che a guardarla bene ricorda tanto la sovrana, solo che è truccata, provocante e con l’aria esplosiva di chi vive tra fiumi di champagne. Certi sguardoni a Carla Bruni lanciati quando andava già verso i novanta fanno pensare che quietissimo non sia stato, il principe Filippo, ma alla fine i giornalisti si sono accontentati delle sue splendide gaffes per tratteggiare questa Buckingham Palace raccontata per decenni come fosse Casa Vianello, in cui il pater familias conta come il due di picche e si vendica con l’ironia. Tra gli altri vizi che gli sono stati attribuiti spicca, inaspettata, l’ufologia, che lo avrebbe convinto ad andare ad incontrare degli umanoidi terrestri a Ealing, e un odio inveterato per la suocera, la Regina Madre, che avrebbe fatto scappare da Buckingham Palace facendo spegnere i riscaldamenti nelle sue stanze (e la regina glielo ha permesso? Misteri delle dicerie, sono sempre incomplete).
Con lui va via l’ultimissimo simbolo di un’Inghilterra coloniale rimossa prima che estinta, il bell’uomo alto con cui tutto il paese pensava di fidanzarsi in questa favola a ruoli invertiti, in cui lui era Cenerentolo e lei la principessa, lei la sovrana e lui il marito della regina che non è mai diventato re.