Von der Leyen non sarà a Kiev per celebrare l'indipendenza dell'Ucraina
La risposta della Commissione Ue alla lettera del presidente Zelensky è molto più di una gaffe diplomatica: non partecipare alle cerimonie potrebbe essere interpretato come un disinteresse di fronte all'aggressività russa
Dopo il “Sofa gate” Ursula von der Leyen è rimasta coinvolta in un nuovo scandalo che rischia di avere implicazioni molto più gravi per la credibilità politica della presidente della Commissione rispetto alla mancata sedia di Ankara. Il 7 aprile von der Leyen ha fatto rispondere al suo capo-gabinetto, Björn Seibert, a una lettera del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sulle celebrazioni del trentesimo anniversario dell'indipendenza dell'Ucraina il 24 agosto. Zelensky ha anche invitato von der Leyen a partecipare al vertice "Piattaforma Crimea" che dovrebbe mostrare il sostegno internazionale alla sovranità ucraina sulla penisola invasa e annessa dalla Russia nel 2014. "Purtroppo la presidente non è in grado di dare una risposta positiva al suo invito, a causa di un'agenda particolarmente carica nei giorni in questione. Grazie in anticipo per la sua comprensione", ha scritto Seibert nella lettera di risposta, che ha firmato di suo pugno.
Il protocollo, a cui la Commissione si è richiamata durante tutto il “Sofa gate” per reclamare la sedia di von der Leyen, prevede che sia un presidente a rispondere a un presidente. La firma di un capo-gabinetto è di per sé una gaffe diplomatica grave. Ma ancor più grave è il messaggio politico che si può leggere nel rifiuto di partecipare alle celebrazioni dell'indipendenza dell'Ucraina nel momento in cui la Russia di Vladimir Putin sta ammassando le sue truppe al confine e le cancellerie occidentali sono in allarme per il timore di un'invasione.
La Commissione oggi si è messa in moto per cercare di riparare alla gaffe protocollare. “La lettera non è ancora stata trasmessa alle autorità ucraine e dunque al presidente Zelensky”, ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer, in una conferenza stampa rispondendo a una domanda del Foglio. Il 7 aprile “la presidente era in missione in Turchia e Giordania e la lettera doveva essere firmata da lei. E non poteva firmarla fino al suo ritorno. Ora la presidente firmerà la risposta che darà al presidente Zelensky”.
Jean Quatremer, storico corrispondente di Liberation, ha preso la parola in videoconferenza e mostrato la lettera, con la data del 7 aprile, la firma di Seibert e il numero protocollare. “Non ho detto che il documento che mi hai mostrato non esiste. Ho detto che non è stato trasmesso alle autorità ucraina”, ha risposto il portavoce: “Ora la presidente firmerà lei stessa una risposta all'invito del presidente Zelensky”. Sono poi iniziate le domande sugli impegni di von der Leyen il 23 e 24 agosto, quando l'attività dell'Ue è ridotta al minimo per le vacanze estive. “Annunciamo l'agenda della presidente la settimana prima”, ha risposto il portavoce. Comunque von der Leyen non andrà a Kiev. “La presidente non cambierà a priori di posizione. Ma si assicurerà che la Commissione sia rappresentata a livello adeguato”, ha detto il portavoce.
Sul piano politico, per una presidente che ha definito come “geopolitica” la sua Commissione, il gesto di von der Leyen appare più grave che la gaffe protocollare. Dall'inizio dei movimenti russi al confine ucraino, la presidente della Commissione non si è mai espressa. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, si è limitato a pubblicare qualche dichiarazione e a associarsi ai comunicati dei ministri degli esteri del G7. Questa settimana erano a Bruxelles sia il segretario di Stato americano, Antony Blinken, sia quello alla Difesa, Lloyd Austin, per discutere di Ucraina e Afghanistan in una riunione di emergenza alla Nato. Ma nessuno dei due ha avuto incontri con la leadership dell'Ue. Gli Stati Uniti hanno adottato nuove sanzioni contro la Russia (questa volta per i cyber-attacchi e le interferenze elettorali).
I ministri degli Esteri dei 27 discuteranno di Ucraina lunedì, ma non ci saranno decisioni su misure restrittive o la preparazione di altre sanzioni. Il rifiuto di von der Leyen di partecipare alle cerimonie potrebbe essere facilmente interpretato come un disinteresse da parte della Commissione di fronte all'aggressività russa. “Il sostegno all'Ucraina è estremamente chiaro e ripetuto pubblicamente dalla Commissione e l'Ue in generale. Commissione e Ue sono fianco a fianco all'Ucraina”, ha detto il suo portavoce: “La presidente spera di poter reiterare il suo sostegno all'Ucraina prossimamente in un futuro incontro con il presidente Zelensky, quando sarà possibile”.