L'Ue si disarma da sola con la Russia

"Per il momento non c’è nessuna azione per adottare ulteriori sanzioni contro la Russia”, ha detto ieri l’Alto rappresentante, Josep Borrell, dopo una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea in gran parte dedicata alle minacce russe contro l’Ucraina e alla drammatica situazione di Alexei Navalny. Borrell ha spiegato che “più di 150 mila soldati russi sono ammassati alla frontiera dell’Ucraina e in Crimea”, cioè “il più grande dispiegamento dell’esercito militare russo alla frontiera ucraina di sempre”. L’Ue e i 27 hanno espresso “profonda preoccupazione” e intimato alla Russia di ritirare i suoi soldati. Poi l’Alto rappresentante ha detto che “la situazione del signor Navalny è critica” e che deve avere “accesso immediato a medici di cui si fidi”. Per i 27, le autorità russe “sono responsabili” del suo stato di salute e “dovranno risponderne”. Infine Borrell ha annunciato che l’Ue “è unita e solidale” con la Repubblica ceca, che ha espulso 18 spie russe dopo aver accusato i servizi di Mosca dell’esplosione di un deposito di munizioni nel 2014 che provocò la morte di due persone.

Ma, per quanto possa essere forte l’inquietudine per l’Ucraina, per quanto sia  dura la condanna del trattamento di Navalny, per quanto siano gravi le operazioni degli agenti di Putin in Europa, con una frase ieri Borrell è riuscito a disarmare la politica dell’Ue sulla Russia: niente sanzioni, e nemmeno si preparano. Il messaggio che sarà ascoltato al Cremlino è questo. L’unità transatlantica non esiste dato che Europa e Stati Uniti percorrono strade diverse sulle sanzioni. Le linee rosse annunciate da Emmanuel Macron nel fine settimana sono valicabili. La Russia al massimo rischia dichiarazioni di condanna e preoccupazione. L’Ue non ha bisogno di Sergei Lavrov per farsi umiliare come accaduto nella visita di Borrell a Mosca in febbraio. Basta se stessa.