Due misteri in Ciad
Il presidentissimo ciadiano Idriss Déby "muore al fronte contro i ribelli". Davvero? E parte tutto dalla Libia? Era il miglior alleato in Africa del francese Macron
Ci sono due misteri sulla fine del presidente del Ciad, Idriss Déby, dichiarato ieri morto “per le ferite subite mentre era sulla linea del fronte contro i ribelli” da un portavoce militare con un messaggio in tv e in radio. Déby era un presidente autoritario e violento e il giorno prima aveva vinto per la sesta volta le elezioni (che si sono tenute domenica 11 aprile) e quindi aveva appena cominciato altri cinque anni al potere, che manteneva senza interruzioni dal 1990. Perché a sessantotto anni si sarebbe dovuto trovare sulla linea del fronte contro l’avanzata dei ribelli, così esposto da morire per le ferite? E se è davvero successo come è stato raccontato, si è trattato di un’operazione deliberata dei ribelli – che quindi avevano informazioni ottime (come?) e la capacità di sfruttarle oppure è stato un colpo fortunato?
C’era tensione e il giorno prima Stati Uniti e Gran Bretagna avevano chiesto a tutti i loro cittadini di evacuare la capitale N’Djamena per paura che gli scontri arrivassero fino a lì. I ribelli usano sempre lo stesso copione: si preparano per anni nel sud della Libia, poi varcano il confine con colonne armate e danno battaglia al governo di Déby, come è giàsuccesso nel 2006, nel 2008 e nel 2019. Spesso arriva la Francia con i bombardieri a risolvere la situazione ma sembra che questa volta i jet francesi non abbiano sganciato bombe sui ribelli e abbiano aiutato i soldati di Déby soltanto con informazioni. Per di più gli elicotteri d’attacco dei ciadiani in questo momento sono in riparazione a Tbilisi, in Georgia (sono elicotteri da guerra sovietici) e quindi le forze del governo erano meno armate del solito. Per dire quanta tensione ci fosse: domenica le tribù del sud della Libia, preoccupate per gli scontri, avevano chiesto al nuovo premier Abdel Hamid Dabaiba di riattivare gli accordi con l’Italia (fonte: Agenzia Nova) per mettere in sicurezza i confini meridionali — si tratta di rispolverare un progetto che vede il posizionamento di radar di terra italiani lungo il confine per capire cosa succede e chi passa. Insomma, andare a celebrare l’avvio di presidenza sul fronte non era la mossa più giusta.
Dopo la notizia della morte, nella capitale ha preso il potere un Consiglio militare presieduto dal generale Mahamat Kaka, conosciuto anche come Mahamat Idriss Déby – è il figlio del presidente e comanda la guardia presidenziale. Il Consiglio militare ha sospeso la Costituzione, il governo e l’Assemblea per i prossimi diciotto mesi (a febbraio un rivale del padre, Yaya Dillo, si ritirò dalle elezioni quando la guardia presidenziale di Déby junior attaccò la sua villa e uccise cinque membri della sua famiglia). Il secondo mistero è questo: la fazione ribelle che ha fatto irruzione da nord è il Fronte per l’alternanza e la concordia in Ciad, protetto in questi anni dal generale libico Khalifa Haftar, che ha bombardato le fazioni ribelli rivali e ha ucciso i loro leader (i ribelli ciadiani restituiscono il favore combattendo per Haftar in molte occasioni). Le colonne di veicoli del Fronte che varcano il confine della Libia sono ben equipaggiate e armate. Si tratta forse di un’iniziativa benedetta o persino appoggiata da Haftar ora che la situazione in Libia è ferma perché c’è un nuovo governo di unità nazionale? Se così fosse, Haftar continuerebbe a essere un generatore di instabilità senza soste.
Déby era il miglior alleato in Africa della Francia di Emmanuel Macron ed era apprezzato anche dagli americani, non per la guerra contro questi ribelli che vengono da nord ma per le campagne contro la guerriglia islamista legata allo Stato islamico che infesta l’ovest, nell’immenso bacino del lago Ciad che confina con Nigeria e Niger. L’esercito del Ciad, il meglio armato della regione grazie alle connessioni con la Francia, era chiamato ad attraversare il confine occidentale e a combattere assieme ai meno organizzati soldati nigeriani contro lo Stato islamico e contro Boko Haram – che in quella zona sulle rive del lago sono molto forti – e faceva da spina dorsale di un’alleanza chiamata Multinational Joint Task Force, assieme a Nigeria, Niger e Camerun. Il governo Déby aveva anche un ruolo importante nella sorveglianza dei confini perché controlla un paese incastonato fra Sudan e Nigeria che guarda a nord verso la Libia e quindi verso l’Europa.