Così l'Ue, farmacia del mondo, s'è fatta fregare da Biden
Il presidente americano è riuscito in un colpo solo a far passare gli Stati Uniti come una potenza solidale e generosa, a far apparire l’Unione europea egoista, a dividere i 27 e a far dimenticare che l’America continua ad applicare un divieto all'export che frena la produzione globale di vaccini
Joe Biden, annunciando il sostegno alla sospensione della protezione dei brevetti, è riuscito in un colpo solo a far passare gli Stati Uniti come una potenza solidale e generosa, a far apparire l’Unione europea egoista, a dividere i 27 e a far dimenticare che l’America continua ad applicare un divieto alle esportazioni di dosi e ingredienti che frena la produzione globale di vaccini. “Troppo forte Joe Biden!”, ha ironizzato il Monde in un editoriale, sottolineando che ha “fregato a poco prezzo all’Europa il totem della solidarietà internazionale”.
Dall’Ue sono state esportati oltre 200 milioni di dosi diretti in più di 50 paesi, nel momento in cui Washington ha aspettato di vaccinare metà della sua popolazione, prima di cederne cinque milioni a Canada e Messico, per di più del vaccino di AstraZeneca che rimane inutilizzato in America perché non ancora autorizzato dalla Fda. Peggio: il Defense Production Act costituisce un ostacolo maggiore per le società europee e del resto del mondo per approvvigionarsi delle componenti dei vaccini. Il problema “non è la proprietà intellettuale”, ha detto ieri il presidente francese, Emmanuel Macron, arrivando al summit sociale di Porto: “Si può dare la proprietà intellettuale a laboratori che non sanno produrre, e domani non produrranno. La prima questione sulla solidarietà vaccinale è la donazione di dosi” e “il secondo pilastro è di non bloccare gli ingredienti e i vaccini. Oggi gli anglosassoni bloccano molti di questi ingredienti e vaccini”, ha ricordato Macron. “Noi siamo i più generosi al mondo nel campo occidentale. Penso che l’Europa debba essere orgogliosa di se stessa”.
Le parole di Macron segnano un riallineamento dell’Ue, dopo la reazione scomposta all’annuncio dell’Amministrazione Biden sui brevetti. Gli europei sono stati colti di sorpresa. Mercoledì sera la Commissione è stata informata “pochi minuti prima” della pubblicazione della dichiarazione della rappresentante per il Commercio, Katherine Tai, spiega al Foglio una fonte dell’Ue. Giovedì mattina, Ursula von der Leyen ha pronunciato un articolato discorso per spiegare che il problema principale sono le catene di approvvigionamento, ma il resto del mondo ha colto solo una frase: “Siamo pronti a discutere” la proposta Biden. Lo stesso Macron inizialmente ha contribuito alla confusione, rivendicando l'iniziativa per rendere il vaccino un “bene pubblico mondiale” e rallegrandosi che Biden avesse finalmente deciso di seguire la linea europea. Solo la cancelliera tedesca, Angela Merkel, giovedì ha tenuto il punto sui brevetti: la sospensione della proprietà intellettuale è un problema. Nella cena di ieri a Porto, i capi di stato e di governo hanno comunque discusso della proposta Biden sui brevetti. Per ragioni di politica interna o interessi economici nazionali, alcuni leader europei si sono messi a cavalcare l'onda. La Spagna di Pedro Sánchez ha presentato un “non paper” per sostenere la posizione di Biden. Anche il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, si è detto a favore. Collegata in videoconferenza, Merkel ha suonato la fine della ricreazione: “Il problema non è la liberalizzazione dei brevetti”, ma il fatto che “mancano le capacità produttive”, ha ribadito ieri il portavoce della cancelliera.
India e Sud Africa, che sono grandi produttori di vaccini, sono all’origine della proposta di sospensione davanti all’Organizzazione mondiale del commercio. Ma “non hanno presentato alcuna prova che la protezione della proprietà intellettuale crei un collo di bottiglia. Non ci è stato dato un solo esempio in cui la capacità è stata ridotta a causa della protezione dei brevetti”, dice la fonte dell’Ue. “Per aumentare la capacità di produzione ci vuole molto più che l’accesso al contenuto del brevetto. Serve la conoscenza, il know how su come si sviluppa il vaccino e il trasferimento di tecnologia”, dice la fonte dell’Ue: “A meno di un esproprio, nessuno può costringere una società a trasferire know how e tecnologia”. Le regole dell’Omc consentono altre misure più efficaci e che potrebbero essere attuate più rapidamente, come la licenza obbligatoria. L’Ue non è contraria, anche se sta cercando di favorire (e in Africa è pronta a finanziare) accordi volontari. Ma per aumentare la produzione ovunque occorre risolvere “i problemi con le materie prime, l’accesso ai prodotti e le catene di approvvigionamento che devono essere aperte”, spiega la fonte. E’ il divieto di esportazione di Biden che con un colpo comunicativo è riuscito a trasformare gli europei nei cattivi senza mettere una sola dose in più per il resto del mondo.