“Chi tollererebbe quello che vive Israele?”. Parla l'ambasciatore
Le operazioni militari, la situazione nelle città israeliane, qualche appunto sulla natura di Hamas: ci scrive Dror Eydar, mentre suonano le sirene
Da lunedì della scorsa settimana Hamas ha lanciato migliaia di razzi e missili contro le città israeliane. Un milione di bambini israeliani non sta andando a scuola e deve correre nei rifugi al suono dell’allarme, soprattutto di notte. Hamas ha profanato la santità di Gerusalemme lanciandole contro dei missili. Nelle moschee sul Monte del Tempio sono stati ammassati sassi, oggetti in metallo e bottiglie molotov, per essere lanciati sui fedeli ebrei sottostanti e contro i residenti israeliani della zona.
Hamas lancia intenzionalmente i suoi missili dal cuore della popolazione civile, usando donne e bambini come scudi umani. Usa anche i mezzi di informazione stranieri e sfrutta gli edifici dei media a Gaza come base per la sua macchina da guerra. In tal modo Hamas sta commettendo un doppio crimine di guerra, poiché, oltre a quanto detto, spara anche migliaia dei suoi missili deliberatamente contro la popolazione civile in Israele.
2. I miliardi di dollari ed euro, che i paesi occidentali hanno riversato nella Striscia di Gaza per aiutarla, sono stati utilizzati per la maggior parte a fini terroristici e per trasformare Gaza in un avamposto militare, e i suoi residenti in ostaggi di un regime crudele manovrato dall’Iran e dal regime degli ayatollah. Hamas ha utilizzato il cemento portato a Gaza a fini civili per costruire invece tunnel; i fertilizzanti agricoli che gli venivano forniti, li ha utilizzati per assemblare munizioni; il ferro che gli veniva dato per costruire case per gli abitanti, lo ha utilizzato per la produzione di missili. Sebbene Gaza sia una zona formalmente nemica, Israele fornisce elettricità a Gaza dalla centrale elettrica Rotenberg di Ashkelon. Israele fornisce anche acqua a Gaza, dalla centrale Simcha nel Negev vicino a Sderot. Inutile dire che entrambi gli impianti sono stati regolarmente attaccati da missili provenienti da Gaza.
3. E’ anche importante sapere che finora più di 600 missili lanciati da Hamas sono caduti all’interno della stessa Striscia di Gaza, uccidendo bambini e civili e, ovviamente, distruggendo molte case. Hamas uccide i propri cittadini e, ovviamente, poi accusa Israele per questo. Per il popolo della pace in mezzo a noi: Hamas cerca di indebolire l’Autorità Palestinese, per poi ereditarla, proprio come fece nel 2006 a Gaza. Ciò significherebbe chiudere ogni possibilità di qualsiasi accordo. Qualsiasi sostegno o anche comprensione nei confronti di questa organizzazione terroristica serve solo a rafforzare il suo status tra i palestinesi e a premiare e incoraggiare il terrorismo.
4. Finché Israele è stato bersagliato da missili, abbiamo sentito molte voci di sostegno. Dal momento in cui Israele ha lanciato un attacco alle basi militari, al quartier generale, agli arsenali missilistici, alle rampe di lancio di Hamas e ai suoi tunnel, allora si sono sentite voci “razionali” che chiedevano un cessate il fuoco e il dialogo con Hamas. Magari il razionalismo occidentale potesse essere la base per la condotta politica nella nostra regione! Ma i nostri vicini del sud hanno una visione del mondo completamente diversa, che chiunque pensi di poter scendere a compromessi con essa, mette in pericolo non solo l’esistenza di Israele ma anche quella del mondo libero.
5. Per capire chi è Hamas e con che cosa abbiamo a che fare, vale la pena tornare allo statuto costitutivo di questa organizzazione terroristica: la Carta di Hamas, redatta nel 1988 dal famigerato Ahmad Yassin. E’ il documento ideologico più importante di Hamas, e le sue copie vengono regolarmente distribuite al pubblico palestinese. Uno dei leader di Hamas, Mahmoud al-Zahar, ha ribadito in un’intervista alla stampa la piena adesione del suo movimento al suo statuto. Ha sottolineato che il movimento non cambierà una parola di quello statuto. Simili dichiarazioni sono condivise e ribadite anche da parte di altri portavoce di Hamas.
6. Il motto di Hamas, all’art. 8 del suo Statuto, recita: “Allah come scopo [del movimento], il Profeta come capo, il Corano come costituzione, il jihad come metodo, e la morte per la gloria di Allah come più caro desiderio”. Lo Statuto afferma che Hamas è uno dei bracci dei Fratelli musulmani (e del jihad globale) e cita ḤAsan al-Bannā, il fondatore del movimento: “Israele sorgerà, e rimarrà in esistenza finché l’islam non lo ponga nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui”. Hamas considera sé stesso “Uno degli anelli della catena del jihad nella sua lotta contro l’invasione sionista”. Uno dei passi più tristemente noti nello Statuto è tratto dalla tradizione orale musulmana dei cosiddetti ḥadīth e dice: “O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo”. Già con quanto detto fin qui si possono vedere due obiettivi principali di Hamas: la distruzione dello Stato di Israele e l’assassinio degli ebrei ovunque si trovino. Non per niente i commentatori liberali hanno definito questo documento “nazista”.
7. Ancora, ecco alcuni degli obiettivi del movimento scritti a chiare lettere nello Statuto: “Combattere il male, schiacciarlo e vincerlo, cosicché la verità possa prevalere; le patrie ritornino ai loro legittimi proprietari; la chiamata alla preghiera si oda dalle moschee, proclamando l’istituzione di uno Stato islamico”. Si riferiscono forse soltanto alla Striscia di Gaza o alla West Bank? La risposta è all’articolo 11 dello Statuto: “Il Movimento di Hamas crede che la terra di Palestina sia un waqf (sacro deposito islamico), terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. […] Questa è la regola nella legge islamica (shari’a), e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani l’hanno consacrata come terra di waqf per tutte le generazioni dell’islam […] Ma il waqf durerà fino a quando dureranno i Cieli e la Terra. Ogni decisione presa con riferimento alla Palestina in violazione di questa legge islamica è nulla e senza effetto, e chiunque dovesse prendere tale decisione dovrà un giorno ritrattarla”.
8. Ed ecco l’articolo 13 dello Statuto, riguardante le iniziative di dialogo: “Le iniziative [politiche], le cosiddette soluzioni di pace, le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese contraddicono tutte le credenze del Movimento di Hamas. In verità, cedere qualunque parte della Palestina equivale a cedere una parte della religione. […] Non c’è soluzione per il problema palestinese se non il jihad. Quanto a iniziative e conferenze internazionali, sono perdite di tempo e giochi da bambini”.
L’atteggiamento di Hamas verso Fataḥ (l’Autorità Palestinese) è come quello che si ha nei confronti di un fratello che sbaglia e che ha plasmato la propria ideologia secolare sotto l’influenza dell'Occidente. Difatti lo Statuto sottolinea che “Pertanto, nonostante il nostro rispetto per l’Olp […] ci rifiutiamo di servirci del pensiero laico per il presente e per il futuro della Palestina, la cui natura è islamica. La natura islamica della questione palestinese è parte integrante della nostra religione […] Quando l’Olp avrà adottato l’islam come il suo sistema di vita, diventeremo i suoi soldati e la legna per i suoi fuochi che bruceranno i nemici”.
9. Ed ecco la parte umanistica dello Statuto, che invita tutti noi a non opporci alla rivoluzione islamica, e a rifugiarci invece sotto le ali misericordiose dell’islam: “Il Movimento di Hamas è un movimento umanistico. Si occupa dei diritti umani, e si impegna a mantenere la tolleranza islamica nei confronti dei seguaci di altre religioni. […] All’ombra dell’islam, è possibile ai seguaci delle tre religioni – islam, cristianesimo ed ebraismo – coesistere in pace e sicurezza. Anzi, pace e sicurezza sono possibili solo all’ombra dell’islam”. Commovente. In breve, conclude lo Statuto, “Il jihad è l’unica via alla liberazione [della Palestina …] e “Solo la vera fede dell’islam può sconfiggere la loro [degli infedeli] credenza falsa e corrotta”.
10. Israele sta facendo del suo meglio per colpire solo i terroristi di Hamas e di altre organizzazioni, tra cui la Jihad islamica. Evitiamo il più possibile di colpire la popolazione civile. Hamas la usa come scudo umano, e, come ho detto sopra, gran parte dei missili che lancia cade sulla sua stessa gente, uccidendola. Questo crimine non disturba per niente l’organizzazione. La scorsa notte ho portato più volte mia figlia al rifugio, a causa delle sirene che annunciavano attacchi missilistici. Abbiamo sentito gli echi delle esplosioni sopra di noi, e poi ho sentito anche un’altra cosa: i denti della mia figlioletta battere dalla paura. E’ così che vivono da anni centinaia di migliaia di bambini israeliani. E’ una situazione intollerabile. Nessun paese che cerca la vita consentirebbe che al suo interno possa esistere una simile realtà. Il popolo ebraico è tornato a casa dopo migliaia di anni in cui è stato senza una casa, per non doversi più nascondere per la paura. A questo scopo abbiamo istituito uno stato il cui imperativo categorico supremo è quello di proteggere i propri cittadini. E così sarà.
In questo momento chiunque abbia davvero a cuore la libertà in Occidente, deve sostenere Israele, affinché completi il lavoro a Gaza e abbatta le infrastrutture terroristiche ivi presenti, altrimenti ci ritroveremo presto nuovamente con questo bagno di sangue nella nostra regione.
*Dror Eydar, Ambasciatore d’Israele in Italia