L'intervista
La nuova "Primavera nera" di Cuba
La repressione del regime cubano colpisce soprattutto le nuove generazioni che chiedono un cambiamento politico. "Il popolo si sta sollevando a poco a poco", ci dice El Funcky, il rapper agli arresti domiciliari che assieme ad altri artisti è l'autore della canzone-manifesto "Patria y vida"
“È il regime cubano che comincia ad avere paura. C’è ormai a Cuba una nuova generazione che chiede un cambiamento, e per questo ci sono molte manifestazioni. Il popolo sta sollevandosi poco a poco”. Dagli arresti domiciliari da cui è riuscito a far filtrare una intervista per il Foglio, così spiega la “Primavera Nera” cubana Eliécer Márquez “El Funky”: il 38enne rapper che dopo 15 anni di carriera artistica è stato uno “degli artisti autori della canzone e video che è andata di traverso al regime”, come si presentò sempre al Foglio nell’intervista che ci diede tre mesi fa, dopo il boom di “Patria y vida”.
“Gli artisti di Patria y Vida sono stati sequestrati, fatti sparire e messi sotto processo dallo stato cubano”, denuncia un manifesto che è stato diffuso dai “coautori di Patria y Vida ancora liberi” - Asiel Babastro, Alexander Delgado, Anyelo Troya, Descemer Bueno, Eliexer Márquez, Randy Malcom, Yotuel Romero – e poi sottoscritto da oltre 200 tra organizzazioni, artisti, intellettuali, attivisti e politici cubani e non cubani. C’è “un clima di violenza e repressione simile a quello della cosiddetta Primavera Nera, nel 2003”. Allora il regime agì contro il dissenso approfittando del fatto che l’attenzione del mondo era distratta dalla guerra in Iraq: 75 oppositori finirono in carcere tra attivisti, medici e giornalisti indipendenti, e gli ultimi tra di loro a uscirne furono liberati nel 2010-11, grazie a pressioni della Chiesa Cattolica.
Adesso la repressione coglie l’occasione che il mondo è distratto dalla pandemia. I tre arrestati simbolo sono appunto Luis Manuel Otero Alcántara, Maykel Osorbo e El Funky. Leader del Movimiento San Isidro, il 33enne Luis Manuel Otero Alcántara è detenuto in isolamento dal 2 maggio nella sezione psichiatrica dell’ospedale Calixto Garcia, dopo una settimana di sciopero della fame e della sete per protestare contro la persecuzione costante del regime e la distruzione di varie sue opere. Amnesty International ne ha chiesto la liberazione “immediata e senza condizioni”. Il 18 maggio fu poi portato via in manette Maykel Osorbo, e una settimana dopo il Tribunal Provincial Popular dell’Avana ha informato che era detenuto per “disobbedienza, resistenza e mancanza di rispetto”: senza però dire dove è detenuto malgrado una richiesta in tal senso dell’Onu.
“Ero uscito dal Vedado”, famoso quartiere dell’Avana, “per prendere alcuni effetti personali di Maykel”, ci racconta El Funky. “Sono stato detenuto. Al momento in cui poi arrestano Maykel, sono stato rilasciato, ma con una misura precauzionale. Non posso lasciare la mia casa: arresti domiciliari. Dove si trova Maykel è ancora sconosciuto. E di Luis si hanno solo alcuni video manipolati che fanno uscire per creare mistero”. Il manifesto che è uscito richiama l'attenzione sull'aumento della repressione nell'isola da parte del regime guidato da Miguel Diaz-Canel, di fronte all'emergere di una gioventù che non sembra più disposta a vivere secondo i parametri autoritari del passato. “Si segnalano cordoni di polizia, detenzioni arbitrarie, donne maltrattate e picchiate da poliziotti e funzionari pubblici, telecamere di sorveglianza installate da società governative davanti alle abitazioni degli attivisti, oltre alla cancellazione delle linee telefoniche e del segnale internet, per impedire la comunicazione e la denuncia delle atrocità della dittatura”, dice il manifesto. “Sì. È esattamente quello che sta succedendo”. Però un precedente tentativo di arrestare Osorbo era fallito perché per proteggerlo gli abitanti di un quartiere hanno affrontato i poliziotti. “Sì, proprio quando volevano prendere Osorbo il popolo lo ha difeso. Un’azione indimenticabile”.
Secondo vari analisti questa tensione è dovuta anche al fatto che la situazione economica sta peggiorando. “E certo che sta peggiorando tutto! Tutto è più caro, il cambio del dollaro è aumentato. Per mettere paura impongono multe da 3000 pesos che sono al disopra di qualunque salario”. Il regime conta sul fatto che il mondo non sia accorga della repressione perché è distratto dalla pandemia. Voi cosa chiedete al mondo? “Che il mondo veda come a Cuba ci sono ingiustizie e abusi ai danni delle persone che la pensano diversamente, e repressione contro gli artisti indipendenti che reclamano libertà di espressione e diritti”. Come dice appunto “Patria y vida”: “Siamo la dignità di un popolo intero calpestata/ Con pistole puntate e parole che non valgono niente/ Non più bugie, il mio popolo chiede libertà, niente più dottrine/ Non gridiamo più Patria e Morte ma Patria e Vita”.