Nel sud americano
Perché un quartiere di Atlanta vuole fare la secessione
Buckhead è il quartiere più ricco e più bianco della città della Georgia e non si sente più al sicuro. Non è la prima volta che tenta la via dell'indipendenza, ma questa volta sembra più seria perché in questa nuova America la convivenza è diventata difficile
Grattacieli, appartamenti sontuosi, ville eleganti, centri commerciali di superlusso: questo è Buckhead, il quartiere più ricco di Atlanta, in Georgia, uno dei quartieri più ricchi d’America: lo chiamano la Beverly Hills del sud, in alcune sue parti la media del reddito annuo è di 300 mila dollari. Fino al 1952, Buckhead, che oggi conta 78 mila abitanti, era un comune a sé, prima di essere annesso ad Atlanta, ed è quella indipendenza che ora un comitato cittadino vuole ripristinare, attraverso un referendum. Il Buckhead Exploratory Committee sta facendo sondaggi per capire se effettivamente la maggioranza dei cittadini sarebbe a favore della secessione: non è la prima volta che lo fa, ma molti sostengono che questa volta sia tutto diverso, perché nel frattempo è cambiata non soltanto Atlanta, ma sono cambiate anche la Georgia e l’America tutta, e ogni forma di affermazione comunitaria prende un nuovo significato. Ancor più in un questo pezzo del sud americano in cui si stanno sperimentando nuove forme di convivenza e, quando fa buio, di disgregazione.
La prima ragione che muove i sostenitori dell’indipendenza è la sicurezza. Una signora, Beth Weaver, ha raccontato al Washington Post di essersi trasferita da poco a Buckhead e di aver pensato poco dopo: ho fatto uno sbaglio a venire qui. Una sera si è affacciata dal balcone e ha visto il fucile del ladro che stava cercando di rubarle l’automobile. Qualche settimana dopo, ha trovato il camioncino della sua famiglia con i finestrini spaccati. La criminalità è in continuo aumento, e questo non riguarda soltanto Buckhead né soltanto Atlanta: durante la pandemia i casi di violenza, spesso con armi da fuoco, sono cresciuti in molte città americane e gli esperti continuano a pubblicare analisi per provare a spiegarne le ragioni, senza trovarne una specifica, se non una perenne insofferenza, un impoverimento che aumenta le differenze sociali. Naturalmente questa preoccupazione sulla sicurezza si incrocia con il dibattito nazionale che riguarda la riforma della polizia, con l’evidente paradosso che implica il radicalismo di “abolish the police” nel momento in cui la richiesta di sicurezza si fa più pressante.
Buckhead è anche un’enclave bianca in una città, Atlanta, in cui la popolazione afroamericana ha superato il 50 per cento del totale. In questo quartiere l’80 per cento degli abitanti è bianco e l’idea della secessione richiama alla memoria gli scontri razziali e la segregazione di fatto, ancor più dolorosi se si considera il fattore ricchezza, che trasforma le lotte sulla razza in lotte di classe. Buckhead, che rappresenta meno del 20 per cento degli abitanti della città, contribuisce al 47 per cento delle tasse sulla proprietà e al 38 per cento del totale delle entrate di Atlanta. Se diventasse davvero indipendente, Atlanta diventerebbe solidamente afroamericana, ma più povera. Keisha Lance Bottoms, sindaco della città che avevamo imparato a conoscere durante le proteste dell’estate scorsa dopo l’uccisione di George Floyd, ha detto di essere molto contraria all’idea stessa di secessione. C’entrano le casse di Atlanta, ovviamente, ma anche quel che il caso Buckhead rappresenterebbe a livello nazionale: la vittoria della disgregazione, l’incapacità di convivere, in un paese che cerca una sua nuova unità, ma non la trova.