Ansa

contro le manipolazioni

La Francia chiama squadre di geek per combattere la disinformazione

Mauro Zanon

Chi vuole destabilizzare Parigi? Lo scoprirà una nuova agenzia che mobiliterà almeno quaranta persone entro la fine del 2021

A partire da settembre, la Francia si doterà di un’agenzia di lotta nazionale contro le manipolazioni dell’informazione provenienti dall’estero che puntano a “destabilizzare lo stato”, secondo quanto annunciato mercoledì 2 giugno dal segretario generale della difesa e della sicurezza nazionale (Sgdsn) Stéphane Bouillon. La struttura, posta sotto l’autorità del Sgdsn, mobiliterà almeno quaranta persone entro la fine del 2021. La squadra sarà composta in maggioranza da geeks, “perché hanno la capacità di osservare ciò che accade in open source, non si tratta di un lavoro di intelligence”, ha dichiarato Stéphane Bouillon. 

 

Il principale obiettivo è quello di identificare gli stati e le organizzazioni che sono ostili alla Francia, che diffondono e amplificano notizie volte a nuocere alla corretta tenuta di uno scrutinio o a creare problemi di ordine pubblico. Secondo quanto riportato dall’Afp, nei prossimi mesi diverse scadenze elettorali finiranno sotto la lente della nuova agenzia, per prepararsi alle presidenziali del prossimo anno e scongiurare ciò che accadde nel 2017 (il Monde, nel dicembre del 2019, ha rivelato che all’origine dell’attacco informatico noto come “Macronleaks”, che ha portato alla fuga di 20mila mail legate alla campagna elettorale di En Marche! a due giorni dal primo turno, c’erano due gruppi di hacker legati ai servizi russi). Le prime operazioni di monitoraggio riguarderanno le elezioni federali in Germania che si terranno il prossimo 26 settembre e il referendum in Nuova Caledonia del 12 dicembre. “Sarà l’occasione di vedere se ci sono degli stati interessati a un determinato esito dello scrutinio che potrebbe non coincidere con le intenzioni dei caledoniani”, ha commentato Bouillon. I detrattori parlano già di “polizia dell’informazione” e di “democrazia in pericolo”. “Non si tratta in alcun modo di cominciare a dire che un’informazione è esatta mentre un’altra non lo è. Questo è il ruolo dei politici, dei media e della giustizia. Non può essere il ruolo dell’amministrazione”, ha risposto Bouillon in occasione dell’audizione all’Assemblea nazionale, prima di aggiungere: “Vogliamo segnalare l’incendio e identificarlo il prima possibile”. 

 

Il capo dell’Sgdsn promette la “trasparenza totale” sulle azioni della nuova struttura. Per garantirla, ci sarà un comitato etico e scientifico composto da un membro del Consiglio di stato, ossia la più alta giurisdizione amministrativa, da un membro del Consiglio superiore dell’audiovisivo, l’authority francese, da un magistrato, da un ambasciatore, ma anche da giornalisti e ricercatori, “perché è un tema molto sensibile e studiato a livello universitario”, ha precisato Bouillon. I rappresentanti dei social network, con cui il governo vuole rafforzare la collaborazione per migliorare la lotta contro le ingerenze estere e il cyberislamismo, potrebbero ugualmente far parte del comitato di garanzia. “Vogliamo una cooperazione sempre più forte con i media, ma anche i rappresentanti dei social che potranno insediarsi nel comitato etico e scientifico”, ha detto Bouillon. Organi simili esistono già in altri stati. L’Ue, nel 2015, ha creato East StratCom, consacrata alla lotta contro le manipolazioni che provengono dalla Russia. Nel Regno Unito, il programma Nsct, sotto l’autorità del primo ministro, è incaricato delle medesime missioni. In Francia, come indicato dall’Afp, c’era già stato un esperimento lo scorso anno, dopo la decapitazione del professore Samuel Paty da parte di un islamista. La potente reazione di Macron all’attentato aveva scatenato una campagna di disinformazione anti francese sui social network. L’esecutivo, in risposta, aveva incaricato una cellula, ribattezzata “Task Force Honfleur”, di determinare l’origine di quel rumore di fondo, che si rivelerà essere turca. 

Di più su questi argomenti: