In Sassonia-Anhalt, Cdu, Spd e Verdi hanno preso questi appunti

Daniel Mosseri

I cristiano-democratici vincono, ma ora non devono abbassare la guardia con verdi e socialisti perché la battaglia per le legislative di settembre si giocherà tutta sui temi del sociale e dell’emergenza climatica. Parla Hajo Funke, politologo della Freie Universität Berlin

Il mite Armin Laschet ha bastonato gli avversari esterni e presto potrebbe mettere in riga quelli interni. Nell’orientale Sassonia-Anhalt, la Cdu di Laschet, guidata dal Ministerpräsident uscente Reiner Haseloff, ha conquistato il 37,1 per cento, recuperando 7,3 punti rispetto a cinque anni fa. Al contrario i sovranisti di AfD sono arretrati dal 24,2 al 20,8 per cento confermandosi secondo partito nella regione. Quella di Haseloff è una vittoria nettissima che ricorda a tutti come la Cdu sia l’ultimo partito Volkspartei in grado di intercettare oltre un terzo dei voti attraverso le generazioni, le classi sociali, i titoli di studio e le professioni che compongono la società tedesca. Va malissimo invece la Spd, antico Volskpartei tedesco, oggi quarta con l’8,4 per cento dei voti e soli 9 seggi. Tornano invece nel Landtag da cui mancavano dal 2006 i liberali con il 6,4 per cento mentre sono delusi i Verdi, passati dal 5,2 a un poco esaltante 5,9 per cento, ma l’est è da sempre un terreno difficile per loro. 


Haseloff, cristianodemocratico old school privo della benché minima venatura di nazionalismo, nel 2016 era diventato Ministerpräsident inventandosi la coalizione “Kenya” nero-rosso-verde, dopo che l’AfD, partito intoccabile, aveva conquistato il 24,3 per cento dei consensi quell’anno. I numeri per una nuova grosse Koalition non bastavano più e Haseloff fece posto anche ai Grünen: una scelta che avrebbe fatto scuola tre anni dopo anche in Sassonia e Brandeburgo. Allora la coalizione Kenya fu una mossa obbligata. Oggi, conquistando il centro dell’assemblea con 40 deputati su 97 complessivi, la Cdu torna a essere libera di decidere con chi, fra Liberali, Verdi e socialdemocratici, tornerà a governare. 


Per l’AfD questo è un disastro”, osserva il politologo della Freie Universität Berlin Hajo Funke, secondo cui la parabola del radicalismo ha smesso di dare i suoi frutti. “L’apice era stato raggiunto nel febbraio del 2020”, ha spiegato in conferenza con la stampa estera in Germania, in un vortice di “discorsi tossici” che mescolavano l’odio per le minoranze e commenti impropri sull’omicidio di Walter Lübcke (il presidente del distretto di Kassel assassinato da un estremista nel 2019), sull’attentato alla sinagoga di Halle (ottobre 2019) e la strage di Hanau (febbraio 2020). Toni pericolosi che, dati sui flussi elettorali alla mano, hanno spinto molti elettori nuovi e degli altri partiti a fare quadrato con Haseloff contro l’AfD. La polarizzazione ha dunque premiato il candidato più forte, sostenuto con convinzione a livello nazionale dal presidente del partito Laschet. 


“La Sassonia-Anhalt non è rappresentativa della Germania”, ha messo in chiaro Funke, ma il voto a valanga per la Cduesclude la possibilità di un altro ‘disastro-Turingia’”. L’accademico ricorda così il voto nel 2019 al Parlamento di Erfurt con cui i deputati della Cdu fecero convergere i loro voti su un governatore liberale d’accordo con l’AfD. Il voto provocò l’intervento infuriato di Merkel che ottenne prima le dimissioni del governatore per un giorno e poi la testa della sua ex delfina Annegrett Kramp-Karrenabuer, allora presidente nazionale della Cdu. Quelle tentazioni non sono ancora sopite e in queste ore fanno notizia in Germania due uscite a gamba tesa di Hans-Georg Maassen, principale esponente della Werte Union, corrente della Cdu che spinge per dialogare con l’ultradestra. Prima Maassen è incappato in una uscita dal sapore antisemita sulle lobby finanziarie che comandano il mondo: e quando mezza Germania gli ha intimato di fare marcia indietro lui ha rilanciato accusando la candidata cancelliera dei Verdi, Annalena Baerbock, di essere nemica della polizia tedesca. Maassen è candidato della Cdu in Turingia, un altro Land orientale dove l’AfD va forte grazie a una retorica revanscista e negazionista dell’Olocausto. Oggi, nel giorno in cui AfD si dice pronta al dialogo a Magdeburgo, in molti chiedono a Laschet di fermare la Werte Union.


Per Funke intanto la debole performance dei Verdi prova che la metà più povera del paese li vede solo come il partito del no a carbone, “e così non potranno vincere”. E mentre l’emergenza pandemia scema al crescere delle temperature, Funke spiega che la battaglia per le legislative sarà tutta giocata sui temi del sociale e dell’emergenza climatica. “Laschet stia attento ai Verdi ma non perda di vista il candidato Olaf Scholz: la sua Spd ha una guida debole ma lui è un traino molto forte e sui temi sociali ha ancora molto da dire”.