In Europa

Si aggira uno spettro ungherese tra i giornali europei

Priscilla Ruggiero

Il governo di Orbán sta proponendo alle testate dell'Ue una pubblicità antieuropea. Alcuni l'hanno accettata, altri hanno risposto con editoriali e immagini contro il tentativo di fare propaganda

Le Figaro in Francia, ABC in Spagna, Jyllands-Posten in Danimarca, Mladá fronta Dnes nella Repubblica ceca e Dagens Industri in Svezia. Questi sono i giornali europei in cui negli ultimi giorni si sta aggirando uno spettro ungherese. Sono stati messi sotto accusa per aver pubblicato una pagina pubblicitaria firmata dal primo ministro ungherese Viktor Orbán. 

 

La pagina illustra “le proposte dell’Ungheria sul futuro dell’Unione europea” declinandole in sette punti: no “all’impero europeo”, “fermare l’integrazione europea”, “le decisioni devono essere prese da leader eletti e non dalle ong”; la corte europea è esclusivamente economica; l’immigrazione è il pericolo numero uno; i parlamenti nazionali devono avere più potere del Parlamento europeo; la Serbia deve entrare nell’Unione europea. 

 

Il governo ungherese ha offerto questa pubblicità a molte testate europee: è la risposta alle critiche ricevute al vertice dei leader dell'Unione europea sulla nuova legge anti-Lgbt ungherese.

 

Alcuni giornali europei si sono opposti in maniera forte, rifiutando di pubblicare ciò che viene considerata “la propaganda del governo ungherese”. Il caporedattore del Times of Malta, Herman Grech, giovedì ha scritto che la pubblicazione dell'annuncio renderebbe il giornale "uno strumento per promuovere tutto ciò che va contro la libertà di stampa" e si è riferito a Orbán come a un primo ministro che "ha represso i giornalisti, la democrazia, lo stato di diritto e gli altri diritti umani”. Grech aggiunge che la legge anti-Lgbt è “una palese violazione dei diritti umani per un paese dell’Ue”.

 

Anche Karel Verhoeven, caporedattore del quotidiano belga De Standard, ha pubblicato un editoriale interamente dedicato a Orbán. Verhoeven scrive che “De Standaard ha deciso di non pubblicare quell'annuncio. Perché è troppo cinico vendere spazio mediatico a un leader di governo che ha limitato la libertà di stampa nel suo paese. La legge approvata dal Parlamento ungherese due settimane fa sottolinea questo cinismo. Ciò vieta l'informazione ai giovani sull'omosessualità e limita anche l'espressione dell'omosessualità e della transessualità nello spazio pubblico”.

 

Oltre all’editoriale, sulle pagine del De Standaard è comparsa una bandiera arcobaleno, e in corrispondenza dei colori della bandiera ungherese c’è un invito al premier: “Caro Viktor Orbán, le leggi non dovrebbero mai fare distinzioni tra amore e amore”. 

 

Altri due quotidiani in Belgio, La Libre Belgique e De Morgen, si sono rifiutati di pubblicare l'annuncio, seguiti dal quotidiano svedese Dagens Nyheter. Il caporedattore, Peter Wolodarski, ha risposto chiedendo un’intervista a Orbán: per ora non ha avuto riscontri.

 

Mentre Peter Fellman, caporedattore del quotidiano svedese Dagens Industri, ha pubblicato l’annuncio poiché nonostante fosse stata una decisione difficile, “siamo un giornale liberale che protegge la libertà (di espressione)”, Verhoeven conclude così il suo editoriale: “Se in un paese europeo la legge vuole dettare nuovamente quale amore sia legittimo e come si possa parlare di amore, dobbiamo contrastarlo con tutte le libertà che abbiamo. La libertà di stampa, che a noi come redattori e a voi come lettori sta a cuore, si presta perfettamente a questo”.

Di più su questi argomenti: