Abolish Libia

Daniele Raineri

Tagliare i rapporti con la Guardia costiera libica non è un favore ai migranti. Fatti in cambio di aiuto

La Guardia costiera libica ha una storia orrenda di abusi e crimini – fino alla strage – contro le  persone che arrivano sulla costa del paese per attraversare il mare. Per questo un settore del Parlamento italiano chiede la fine immediata degli accordi importanti con la Guardia costiera libica, che includono soldi, equipaggiamento e addestramento. La fine degli accordi dell’Italia con la Libia però non equivarrebbe alla fine delle violenze contro i migranti ma soltanto al nostro ritiro da quell’area e alla scelta di non occuparci più di quello che succede sulla costa – e come si vede in queste settimane in Afghanistan, andarsene non vuol dire fine delle violenze. 

 

Si fa presto a dire “defund the police”, ma non funziona. Sarebbe più pragmatico legare gli aiuti italiani ed europei a condizioni precise. Sostegno in cambio di fatti. Aprire i campi di detenzione a ispezioni di agenzie non governative o delle Nazioni Unite. Trasferire la responsabilità dei campi di detenzione dei migranti a organismi internazionali. Imporre standard operativi ai guardacoste libici (attenzione: alcuni emendamenti respinti proponevano controlli, peccato non discuterne). Stabilire incentivi e punizioni in caso di successi e di trasgressioni: una scena come quella della motovedetta che spara sui migranti dovrebbe diventare un problema enorme per la Guardia costiera libica, perché dovrebbe essere la causa di punizioni e di perdite di denaro disastrose. Questi sono soltanto esempi didascalici perché i negoziati occuperebbero libri interi, ma il succo è: abbiamo la possibilità di chiedere alla Libia di fare cambiamenti, anche perché possiamo negoziare con alle spalle il peso dell’Europa intera. La Libia ha sei milioni di abitanti (quando non è divisa in due…), ascolterà un mercato unico da più di quattrocento milioni di persone. Tagliare i rapporti è un gesto idealistico che però non porta miglioramenti e il suo valore simbolico si esaurirebbe in fretta. Vale per la Libia quello che vale in generale per il dossier immigrazione: c’è da fare di più e meglio, non di meno.

 

Uno dei problemi più gravi della Guardia costiera libica è la connivenza con le milizie. Senza l’addestramento e senza la presenza italiana questo problema crescerebbe o diminuirebbe? E’ probabile che crescerebbe. Inoltre senza la missione di addestramento italiana – che il governo Draghi vuol fare diventare europea – la Guardia costiera libica passerebbe sotto la Turchia, che a Tripoli gode di un’influenza enorme e già da un anno offre addestramento e cooperazione in mare. Non è dato di capire perché una Guardia costiera libica sotto l’egida turca si comporterebbe meglio di adesso, è evidente che non sarebbe così. Intanto la Turchia avrebbe il controllo non contestato delle due rotte dei migranti più importanti: quella che passa per la Turchia stessa e quella che passa per la costa della Libia. 
 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)