Attenzione, i Mormoni sono tornati
I principali esponenti della banda macronista che avevano forgiato il trionfo del presidente nel 2017 erano stati dati per dispersi. Ma ora che Macron ha chiesto nuovamente il loro aiuto sono riapparsi. È un segnale chiaro: nel retrobottega macronista ci si prepara per il 2022”
Li avevano dati per dispersi i “Mormoni”, il gruppo di trentenni-quarantenni, consiglieri ombra, esperti di comunicazione e strateghi, che aveva forgiato il trionfo di Emmanuel Macron nel 2017. Il Figaro, la scorsa estate, parlava addirittura di “esilio forzato” per Benjamin Griveaux, Ismaël Emelien e Sibeth Ndiaye, tra i principali esponenti della banda macronista: perché la magia degli inizi sembrava finita e forse era meglio che ognuno intraprendesse strade diverse.
Ma non hanno resistito quando il presidente ha chiesto nuovamente il loro aiuto. E sono riapparsi. “Attenzione, sono tornati!”, ha annunciato un deputato di En Marche! a quelli del Parisien, che martedì hanno raccontato “il ritorno dei ‘Mormoni’”, dei fedelissimi, del giglio magico macronista. Non è un’operazione nostalgia fuori tempo massimo, perché “la forza di Emmanuel Macron è il movimento, il cambiamento permanente”, ha spiegato al quotidiano parigino un membro della cerchia, e “sappiamo molto bene che non rivivremo un’avventura fusionale come quella vissuta nel 2016-2017”. Sarà qualcosa di diverso, insomma, ma non per questo meno affascinante.
I Macron boys della prima ora hanno un gruppo Telegram ribattezzato “commando 2017” in cui continuano a sentirsi, scambiarsi idee e aiutarsi a vicenda quando si verificano situazioni spiacevoli. Dopo il porno-scandalo che lo scorso anno ha travolto Griveaux, hanno fatto fronte comune per stare vicino al collega ferito. Lo stesso è accaduto quando l’ex portavoce dell’Eliseo Ndiaye è stata messa all’angolo per la gestione claudicante della comunicazione nei primi mesi di pandemia. “Ogni tanto ci vediamo, anche per non parlare di politica. Siamo rimasti molto amici”, rivela uno dei “Mormoni”. Tutti fanno errori, ma la fedeltà è una qualità molto rara che i “Mormoni” possiedono.
“Ci sono sempre quando abbiamo bisogno di loro”, assicura un vecchio saggio della macronia. “Macron ha chiesto loro di tornare nel partito per mettere un po’ di ordine. È un segnale chiaro: nel retrobottega macronista ci si prepara per il 2022”, sottolinea un parlamentare. Tra i più attivi nella costruzione della candidatura Macron 2022, c’è Stéphane Séjourné, ex socialista di scuola strausskahniana e tra i principali artefici di En Marche!.
A differenza degli altri “Mormoni” che hanno tentato avventure solitarie in altri settori – Ismaël Emelien, per esempio, dopo aver lasciato il palazzo presidenziale nel febbraio 2019, è entrato in Lvmh come consulente per la strategia ambientale – Séjourné, in questi anni, è sempre stato vicinissimo al capo dello stato. Appena eletto all’Eliseo, Macron lo ha nominato consigliere politico. Un ruolo che ha continuato a esercitare ufficiosamente anche quando, nel luglio 2019, è stato eletto eurodeputato e promosso presidente della delegazione francese del gruppo Renew Europe. Da fine 2020, è tornato a essere “ufficiale” il suo posto di consigliere politico, è più a Parigi che a Bruxelles, e quando qualcuno gli chiede se i “Mormoni” sono pronti a ripartire in battaglia lui risponde così: “Siamo fedeli al presidente. E ci rendiamo conto che, con il periodo che si sta aprendo davanti a noi, è in gioco anche il futuro politico del paese. Dunque, se possiamo avere un ruolo, contribuire a modo nostro per essere d’aiuto, lo faremo”.
Secondo quanto riportato dal Parisien, Stéphane Séjourné e Sibeth Ndiaye si ritrovano ogni venerdì attorno all’attuale presidente di Lrem, Stanislas Guerini, un altro dei Macron boys che ha voglia di riscatto dopo le due batoste elettorali consecutive, alle comunali e alle regionali. Con loro, in maniera più discreta, ci sarebbe anche Griveaux. “Sono fedele al presidente, sono un compagno di strada e sarebbe incongruo non accompagnarlo di nuovo”, ha dichiarato Griveaux.
Nelle ultime settimane, insomma, si respira una nuova aria nel mondo Lrem, una voglia di ripartenza che non si percepiva da tempo e di riprendere il filo del macronismo spezzato dalle crisi dei gilet gialli e del coronavirus. Il cambio di passo è iniziato con il “Tour de France” di Macron nella provincia profonda, il pellegrinaggio laico lanciato a giugno per riconquistare i voti delle zone rurali, lì dove il lepenismo è in agguato. Il ritorno dei “Mormoni” è probabilmente la notizia più importante, quella che ridà ottimismo all’ambiente Lrem e che coincide con il rinnovo del “bureau executif”, ossia la direzione del partito, annunciato mercoledì al termine delle elezioni interne.
La lista guidata da Richard Ferrand, attuale presidente dell’Assemblea nazionale e direttore della campagna elettorale del 2017, ha ottenuto l’81,84 per cento dei suffragi, battendo così la lista rivale della marcheuse Juliette de Causans. Ferrand si è presentato alle elezioni assieme ai pezzi da novanta della macronia, come l’ex ministro dell’Interno Christophe Castaner e la ministra delegata alla Cittadinanza Marlène Schiappa, per dare maggiore fiducia e solidità alla presidenza Guerini. Oltre al nuovo organigramma, c’è il nuovo quartier generale che significa “nuova vita”, come racconta l’Opinion.
A partire da settembre, Lrem troverà dimora in due edifici situati a rue du Rocher, nell’Ottavo arrondissement, a un chilometro dell’Eliseo. All’interno, ci sarà spazio anche per l’associazione “Pour une renaissance européenne”, strumento di promozione della politica europea di Macron promosso dal “Mormone” Stéphane Séjourné. “L’obiettivo dell’associazione è quello di far vivere l’Europa e l’azione della maggioranza nei territori”, ha spiegato al Figaro l’eurodeputata macronista Valérie Hayer, scelta come presidente. La struttura è volta ad attrarre nuovi elettori europeisti nel solco del macronismo “oltre l’attuale maggioranza”, ha precisato la Hayer, “per esempio gli ecologisti moderati che sono d’accordo con noi”.