In America

I repubblicani s'accorgono che non si può essere allo stesso tempo il partito anti lockdwon e anti vaccino

Alcuni leader conservatori scordano lo scetticismo avuto finora sulle vaccinazioni e dicono: vaccinatevi. Lo fanno perché se si dovesse andare verso nuove chiusure sarebbero considerati i responsabili. E comunque non vale per tutti

Paola Peduzzi

Ad aprile, negli stati vinti dai democratici il 22,8 per cento delle persone era completamente vaccinato, in quelle vinte dai repubblicani il 20,6: due punti percentuali, non molto. A inizio luglio, questo divario era del dodici per cento, ed è vero che è naturale in questa fase imbattersi in una maggiore esitazione, ma è altrettanto vero che questa esitazione non è stata combattuta dai repubblicani, ma è stata alimentata

“Questi vaccini salvano vite, riducono la mortalità”, ha detto il governatore della Florida, Ron DeSantis, il repubblicano che in molti ritratti politici viene dipinto come l’erede naturale di Donald Trump. A maggio DeSantis aveva firmato una legge che vietava ad aziende e commercianti di chiedere ai clienti di dare prova della vaccinazione avvenuta e aveva anche vietato che i college privati introducessero l’obbligatorietà del vaccino per i loro studenti. Ma la Florida, assieme a Texas e Missouri, conta il 40 per cento di tutte le infezioni di questa ondata di pandemia che riguarda preminentemente i non vaccinati. I dati mostrano che laddove la leadership è conservatrice, il tasso di vaccinazione è più basso: il Partito repubblicano è diventato il partito dello scetticismo verso i vaccini e di fronte a un’ondata che colpisce i non vaccinati questo rappresenta un problema. Se dovessero essere reintrodotte misure di restrizione, il Partito repubblicano, che è anche quello anti lockdown, cortocircuito assoluto, sarebbe considerato responsabile. 

Così molti (non tutti, anzi) corrono ai ripari. Asa Hutchinson, governatore repubblicano dell’Arkansas, fa un tour vaccinale nel suo stato. La governatrice dell’Alabama, la repubblicana Kay Ivey, ha detto: “Bisogna cominciare a prendersela con i non vaccinati, non con tutti. Sono i non vaccinati che ci stanno lasciando ai cani”.

Il repubblicano più importante del Senato, Mitch McConnell, che quando aveva due anni ebbe la poliomelite, si è deciso qualche giorno fa a dire “a tutti quelli là fuori che vogliono ascoltare: vaccinatevi”. Giovedì un gruppo di deputati repubblicani è riuscito a coinvolgere due trumpiani, Steve Scalise ed Elise Stefanik, per fare insieme un video dal messaggio simile: vaccinatevi.

Gli esempi del ravvedimento repubblicano finiscono più o meno qui, perché altri hanno sì rilasciato dichiarazioni  meno ostili rispetto al passato, ma senza particolare enfasi e soprattutto senza menzionare le conseguenze di mesi di scetticismo. Poi ci sono anche i pentiti che non lo erano: Sean Hannity, il volto più noto dell’emittente negazionista Fox News, aveva rilasciato dichiarazioni possibiliste sull’utilità dei vaccini, ma quando si è accorto che tutti dicevano che persino lui si era ravveduto ha tenuto a precisare che non dire le peggio cose sui vaccini non significa essere a favore dei vaccini. Il presidente Joe Biden ha commentato: “Devono aver ricevuto una chiamata divina perché tutto d’un tratto dicono: vaccinatevi, vaccinatevi. Lo so, non dovrei fare battute, è una buona cosa”. C’è chi è meno clemente di Biden.

Ad aprile, negli stati vinti dai democratici il 22,8 per cento delle persone era completamente vaccinato, in quelle vinte dai repubblicani il 20,6: due punti percentuali, non molto. A inizio luglio, questo divario era del dodici per cento, ed è vero che è naturale in questa fase imbattersi in una maggiore esitazione, ma è altrettanto vero che questa esitazione non è stata combattuta dai repubblicani, ma è stata alimentata. Il saggista David Frum, che è conservatore ma anti trupiano, scrive sull’Atlantic che l’America di Biden viene incoraggiata a essere paziente con il resto dell’America che non si vaccina. Ma l’America di Biden produce il 70 per cento della salute americana vaccinandosi, perché dovrebbe essere paziente? A parti invertite i repubblicani lo sarebbero? No, dice David Frum, e io non sono paziente, ne ho abbastanza di chi non si vaccina, fa male anche a me.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi