Marie Le Conte ci racconta il suo ritratto di Westminster
Fare il parlamentare inglese è “un mestiere strano per gente strana”
Se gli inglesi si lamentano dei loro attuali politici, l’ultimo libro di Marie Le Conte, “Honourable Misfits”, gli farà tirare un sospiro di sollievo. La giovane giornalista ha scritto un manuale sui 64 deputati più strani e paradossali dei settecento anni di storia di Westminster, e li ha divisi in sei categorie: gli eccentrici, gli sfortunati, gli avventurosi, i lussuriosi e gli oziosi, i fuorilegge e gli imbroglioni, e gli anticonformisti. In confronto ai suoi predecessori, perfino Boris Johnson (“lo metterei tra i lussuriosi e gli oziosi”, dice dice Le Conte) passa per un grigio conformista. Le storie sono sorprendenti: dal deputato-spia che ha finto la sua stessa morte, al parlamentare che ha costruito dei tunnel e delle stanze sotterranee sotto la sua tenuta in campagna, a quello che è morto il giorno dopo essere stato eletto. Una delle storie più belle è quella di Ignatius Timothy Trebitsch-Lincoln, un avventuriero e truffatore di origini ebree e ungheresi, che è diventato un collaborazionista nazista prima di convertirsi al buddismo e ritirarsi in un monastero a Shanghai.
Questi aneddoti appartengono a un’altra epoca, in cui molti deputati ereditavano il seggio dai propri genitori e consideravano l’attività parlamentare come un passatempo o un gioco. Il ricco deputato John Mytton, finito a Westminster dopo avere corrotto i suoi (pochi) elettori, ci ha messo soltanto una seduta parlamentare – appena mezz’ora – per capire che la politica non era cosa sua, e che era più divertente continuare la vita da dandy.
“La politica all’epoca era un hobby, appannaggio di signori ricchi in cerca di uno svago”, dice al Foglio Marie Le Conte, che è di origine francese ma vive a Londra da dodici anni, e qui ha iniziato a fare la giornalista, a Westminster, maturando una grande dimestichezza con i costumi della politica inglese e dei suoi protagonisti. “Anche se vivi qui da molti anni, resti sempre un outsider, e questo per me è un bene. Come giornalista devi spiegare i fatti ai lettori e se non appartieni a quel mondo ti viene più facile raccontarlo. Anche se i protagonisti del mio libro sarebbero stati strani per chiunque, anche per gli inglesi”.
Nel libro non figurano i politici dei giorni nostri. La regola di Le Conte è che non avrebbe raccontato i parlamentari ancora in vita, temendo di essere querelata, o quelli morti da pochi anni, temendo di infangarne il ricordo. Ma se deve scegliere i politici più strani tra i protagonisti della “saga Brexit”, la scrittrice elenca Jacob Rees-Mogg, Ken Clarke, John Bercow e Steve Baker. “Sono tutti conservatori – nota stupita – Forse metterei anche Jeremy Corbyn, che a modo suo era parecchio strano. Solitamente i politici più eccentrici sono relegati ai margini; non è un caso che molti deputati liberal-democratici abbiano caratteri sopra le righe”.
Scrivendo questo libro, Le Conte si è accorta di quanto la politica sia migliorata nel corso degli anni. Ma alcune abitudini non sono cambiate: molti politici continuano a provenire da un’élite ristretta e hanno frequentato le stesse scuole e università dei personaggi del libro. La grande differenza è che oggi fare il deputato è un lavoro a tempo pieno. “Questo resta un mestiere strano per gente strana – spiega Le Conte – anche se negli anni è cambiato il profilo del parlamentare. Anni fa se nascevi uomo e provenivi da una buona famiglia avevi il seggio assicurato, senza alcun impegno. Fino a cinquant’anni fa si leggevano delle testimonianze di questo tipo: ‘Andava in visita alla sua circoscrizione perfino due volte l’anno’. Ora perderesti il tuo seggio in un attimo. Oggi fare il parlamentare è un lavoro faticoso. Si lavora sei giorni a settimana; la paga è buona ma inferiore rispetto ad altri mestieri; devi fare il pendolare tra Londra e la tua circoscrizione, rischiando di rovinare il rapporto con tua moglie; hai una grande esposizione mediatica. Se hai visto tutto questo dall’esterno, e hai deciso comunque di farne parte, allora significa che sei un po’ strano”.