Quando, il 24 Dicembre 1979, i sovietici invasero l’Afghanistan (impantanandosi in un sanguinoso conflitto senza risultati che sarebbe durato fino al 15 febbraio 1989) ero a Varsavia a una modesta ma affollata cena nella casetta di alcune studentesse di medicina di Kabul, di una bellezza folgorante, gonne corte, trucco elegante e nessun velo. Da parecchie notti il cielo era stato attraversato da un continuo, e rumoroso, passaggio di pesanti aerei. La gente non aveva dubbi che fossero mezzi militari sovietici e si chiedeva preoccupata dove fossero diretti.
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