Lettera da Kabul. Aspettando i talebani
Gli sfollati nei parchi, i prezzi altissimi, l’orizzonte rosso sangue. Ricevo minacce, le giornaliste come me sono l’obiettivo degli integralisti
I combattimenti tra le forze di difesa e sicurezza nazionali afghane e i talebani sono in corso, i talebani avanzano in dieci province, principalmente nel nord del paese, ma ora sono molto più vicini a Kabul, poiché ieri hanno invaso la provincia di Ghazni nel sud-est. I talebani applicano la loro interpretazione dell’islam, costringono le donne e le ragazze a non uscire di casa senza un accompagnatore. Di recente hanno vietato le scuole femminili nelle province che controllano.
Se devo essere sincera, tutti qui hanno paura. Alcuni dei miei amici e colleghi hanno lasciato il paese; alcuni stanno cercando di andarsene ma le richieste di visto sono state respinte dai paesi europei, occidentali e persino dai paesi vicini.
Kabul è un inferno in questi giorni. Sono tutti disperati. Strade e parchi sono pieni di donne e bambini sfollati a causa della guerra. Né il governo né le organizzazioni non governative li aiutano. I prezzi dei prodotti alimentari e gli affitti sono aumentati in modo drastico. E alcuni report dicono che più di trentamila funzionari pubblici hanno perso il lavoro nelle aree riconquistate dai talebani. Ora per gli afghani l’unica cosa che conta è rimanere vivi, sopravvivere. Sono tutti senza speranza quando pensano al futuro e l’orizzonte è buio e pieno di sangue. Sono ripresi gli omicidi mirati. Uscendo di casa per andare al lavoro questa mattina mia madre mi ha abbracciato e mi ha detto: per favore scappa, vai via, lascia il paese. Lo fa tutti i giorni.
Sono una giornalista e sono una donna, ho lavorato in pubblico per quasi otto anni per diversi canali televisivi e altri media, ma ora qui, nel mio paese, non mi sento più sicura. Ricevo continue minacce da diversi gruppi estremisti, compresi i talebani. Secondo un rapporto dell’Organizzazione (Soma) Supporting Open Media in Afghanistan appena pubblicato, i talebani hanno iniziato a perquisire le case dei giornalisti e di chi lavora nei media a Pol-e-Khomri, un centro della provincia di Baghlan. Accade la stessa cosa anche altrove. Secondo la Afghan Human Rights Commission, 28 civili a Malistan sono stati colpiti e uccisi dai talebani. Sono sicura che se i talebani prenderanno il controllo del paese, la prima cosa che faranno sarà andare a caccia di chi secondo loro ha violato la sharia. Nella loro legge, alle ragazze e alle donne non è permesso lavorare, andare a scuola, cantare o essere indipendenti. E io sono indipendente, lavoro in pubblico, vado in tv vestita come mi piace.