Shaina, stuprata e uccisa in Francia perché “sfacciata”
La storia della giovane studentessa pugnalata e bruciata viva, svelata da un'inchiesta del Monde. Il padre: “Non capisco come qui una donna possa morire come in Afghanistan, solo perché è una donna”
Una giovane ragazza, stuprata in gruppo, pugnalata e bruciata viva. Accade in Francia, dove Shaina Hansye, 15 anni, era studentessa del secondo anno a Clermont (Oise). Era incinta di dieci giorni quando è stata uccisa. La sua storia è raccontata da Le Monde. La famiglia di Shaina viene dalle Mauritius, pratica l'Islam moderato, si definisce moderna e aperta. “Non capisco come in Francia una donna possa morire come in Afghanistan, perché è una donna. Shaina, è stata sanzionata dai ragazzi della città, voleva essere libera e l’hanno uccisa per questo”. Così il padre. Shaina veniva chiamata “la provocatrice” dal suo assassino, Djibril B. I genitori di Shaina vorrebbero trasformare il giardino in cui è stata uccisa in un memoriale, ma non osano chiederlo al municipio, per paura che lo distruggano, “poiché pensano che Shaina fosse la puttana della città”.
E come lei tante. In Inghilterra, dove c’è più di un “delitto d’onore” al mese, Rukhsana Naz è stata uccisa perché aveva rifiutato un matrimonio combinato. All'inglese Heshu Yones hanno tagliato la gola perché aveva un fidanzato cristiano. A Londra, Mohammed Riaz, di origini pachistane, ha bruciato vive la moglie e le sue quattro figlie. Trovava ripugnante il fatto che la figlia volesse diplomarsi o potesse rifiutare il matrimonio combinato. In Svezia, Fadime Sahindal è stata uccisa a colpi di pistola perché si era avvicinata alla cultura occidentale. “Troppo occidentale”, l’accusa alla francese Sohane Benziane. E' stata torturata e bruciata viva. Una ventina di coltellate hanno spezzato la vita di Sahjda Bibi, anche lei aveva rifiutato un matrimonio forzato. In Germania Hatin Surucu è stata uccisa con un colpo alla nuca perché si rifiutava di indossare il velo. Un'altra tedesca, Morsal Obeidi, di appena sedici anni, è stata uccisa perché “voleva essere troppo libera”. Al di là della motivazione, c'è sempre un "onore" da ripristinare con il sangue.
Quando il femminicidio ha come colpevole un maschio bianco si lanciano campagne e mobilitazioni. Quando avviene all’interno delle “comunità”, come scrive Le Monde, “il barbaro omicidio di una adolescente non innesca la tradizionale marcia bianca, articoli di stampa e le condoglianze delle autorità”.