Pandemia e giustizia

Gestione pericolosa della crisi. L'ex ministra francese sotto inchiesta

Mauro Zanon

La macroniana Agnès Buzyn (sanità) è indagata da venerdì per “messa in pericolo della vita altrui”. Coinvolto anche il ministro della Giustizia in carica, Éric Dupond-Moretti

Parigi. Due dossier giudiziari rischiano di perturbare il corso della campagna presidenziale francese, ed entrambi riguardano la macronia: il primo coinvolge il ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, sotto inchiesta dallo scorso 16 luglio per “conflitto di interessi”; il secondo, il più imbarazzante, riguarda l’ex ministra della Sanità Agnès Buzyn, indagata da venerdì per “messa in pericolo della vita altrui” nel quadro della (sua) gestione della crisi sanitaria. La Corte di giustizia della Repubblica (Cjr), l’unica istanza che può giudicare i ministri per reati commessi durante l’esercizio delle loro funzioni, ha messo nel mirino due personalità di peso del governo francese, una ancora in carica, l’altra non più ministra dal 16 febbraio del 2020, quando fu costretta ad abbandonare il dicastero della Sanità per sostituire in corsa Benjamin Griveaux, travolto da uno scandalo sessuale, come candidata sindaco della République en marche (Lrem) al comune di Parigi. 


E’ quest’ultima, Agnès Buzyn, a suscitare maggiori preoccupazioni nella macronia, in ragione della sua poca dimestichezza con le battaglie giudiziarie (dimestichezza che ha invece Dupond-Moretti, avvocato star del foro parigino) e di un rancore contro il governo che era già emerso lo scorso anno da alcune conversazioni telefoniche con l’ex deputato Lrem Cédric Villani pubblicate dalla stampa parigina, e potrebbe esplodere, secondo alcuni osservatori, nelle prossime settimane. Come riportato dal Monde, i tre magistrati che hanno le redini dell’inchiesta, Janine Drai, Bruno Lavielle e Catherine Schneider, rimproverano all’ex ministra macroniana di aver sottovalutato la pericolosità del Covid e di non aver anticipato le misure di contenimento. All’inizio del 2020, la Buzyn, moglie dell’ex direttore dell’Institut national de la santé et de la recherche médicale Yves Lévy, ricopriva un ruolo centrale nell’organigramma della République. Da Wuhan, in Cina, iniziavano ad arrivare informazioni poco rassicuranti a proposito di un virus molto contagioso e pericoloso per l’uomo. Ma il 24 gennaio 2020, durante un discorso pubblico pronunciato dal pulpito dell’Eliseo, la Buzyn pronunciò comunque queste parole: “I rischi di propagazione del coronavirus nella popolazione sono molto deboli”. Poche settimane dopo, tuttavia, quando il Covid iniziò a dilagare anche in Francia come in Italia, fornì un’altra versione in un’intervista al Monde, spiegando che aveva avvertito tutti fin da subito, compresi il primo ministro Édouard Philippe e il presidente della Repubblica Emmanuel Macron. “Quando ho abbandonato il ministero, piangevo perché sapevo che lo tsunami era davanti a noi”, disse al quotidiano parigino il 17 marzo 2020, prima di aggiungere: “Fin dall’inizio, penso solo a una cosa: al coronavirus. Avremmo dovuto bloccare tutto, era una messinscena (…). L’11 gennaio, ho inviato un messaggio al presidente sulla situazione”. 

 

Secondo quanto riportato a maggio del 2020 dal magazine Elle, l’ex ministra della Sanità avrebbe accuratamente conservato tutti i messaggi di allerta inviati a Macron e ad altri funzionari dell’Eliseo e Matignon. Il timore della macronia è che, messa alle strette dai giudici, possa lasciarsi andare, rivelando i contenuti dei messaggi e eventuali dettagli compromettenti. “Questa decisione crea un precedente pericoloso. Siamo in piena pandemia mondiale. Non è ancora alle spalle”, ha twittato indispettita la deputata Lrem Aurore Bergé. La Buzyn è l’unica ministra della Sanità al mondo a essere finita sotto inchiesta per la gestione della pandemia. Un’“exception française” che infastidisce parecchio l’Eliseo, ma anche la diretta interessata. “Persino Trump, che ha suggerito di iniettare il disinfettante per guarire dal Covid, non ha ricevuto questo trattamento; sono l’unica dirigente del pianeta a subire questa sorte”, è il commento indignato dell’ex ministra, che a gennaio di quest’anno ha ottenuto uno scranno all’Oms come responsabile degli affari multilaterali. Secondo le informazioni del Monde, la Cjr, nelle prossime settimane, potrebbe convocare anche l’attuale ministro della Sanità francese Olivier Véran, per chiedergli spiegazioni in merito alla gestione catastrofica dell’approvvigionamento di mascherine nei primi mesi di pandemia.

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