Strasburgo. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi dovrebbe salutare l’uscita dalla crisi economica provocata dal Covid-19. La ripresa è più forte del previsto. I timori di una quarta ondata si sono attenuati grazie al successo della campagna di vaccinazione. La Commissione ha già versato quasi 50 miliardi di euro del Recovery fund, il più grande stimolo fiscale mai messo in piedi dall’Ue. Ma il trionfalismo potrebbe essere fuori luogo. La ripresa “c’è e la stiamo vedendo”, ma rischia di essere “bumpy”, dice al Foglio Irene Tinagli, presidente della commissione Affari economici al Parlamento europeo. “Bumpy” significa “irregolare”, perfino “accidentata”. Come una strada con dei dossi. La crescita fa un balzo in su, ma potrebbe anche cadere all’improvviso. “Non sarà un percorso lineare”, spiega Tinagli. I fattori sono in gran parte legati alla catena di approvvigionamento, ma anche all'evoluzione dei prezzi di materie prime ed energia: penuria di semiconduttori, di navi cargo per trasportare merci e di manodopera; alta domanda di gas sui mercati mondiali e aumento dei costi di idrocarburi ed elettricità. “Ci sono già piccoli intoppi e problemi legati ad alcune materie prime, all’approvvigionamento e all’energia. Credo che vadano monitorati con grande attenzione. Non li possiamo sottovalutare”, dice Tinagli.
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