Il segreto di Morrison
L'Australia si sente minacciata dalla Cina, e ne ha tutte le ragioni
L’alleanza più importante degli ultimi settant’anni è stata decisa in poco più di tre mesi. I rischi della deterrenza
Tre mesi fa, al G7 ospitato in Cornovaglia dal Regno Unito, c’erano stati molti pettegolezzi su una riunione in particolare. Era la prima volta che il capo del governo australiano, Scott Morrison, incontrava il nuovo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e tutti si aspettavano un bilaterale America-Australia, un momento in cui ricominciare da capo una relazione che era diventata piuttosto travagliata con Donald Trump. Al bilaterale in Cornovaglia, però, era arrivato un terzo incomodo: il primo ministro inglese Boris Johnson. La riunione a tre, descritta come “inaspettata e inusuale”, sembrava una specie di commissariamento dell’Australia, e il fatto che non fossero stati ammessi giornalisti né telecamere aumentava il mistero attorno alla conversazione. Era trapelato soltanto che i tre leader non avevano parlato di clima, come previsto, ma di sicurezza nell’area dell’Indo-Pacifico. Oggi sappiamo che durante quella riunione è venuta fuori l’idea dell’Aukus, l’alleanza strategica fra Washington, Londra e Canberra.
“Ci dai i tuoi sottomarini nucleari?”, avrebbe chiesto, sfacciato, Morrison a Biden. Della questione aveva discusso pochi giorni prima con Boris Johnson, che aveva risposto: parliamone al G7. Tutto ruota attorno a quella tecnologia, condivisa finora soltanto tra America e Regno Unito. Ma le alleanze si costruiscono sui segreti condivisi, e non sulle dichiarazioni pubbliche. Per mesi l’idea di passare ai sottomarini nucleari, e di chiederli agli Stati Uniti, è rimasta una discussione segreta tra i più stretti collaboratori di Morrison. Che ieri ha definito la riunione con Biden e Johnson “la più importante alleanza degli ultimi settant’anni” per l’Australia. Insomma niente a che vedere con il Quad – la piattaforma di alleanze tra America, Australia, Giappone e India, la cui prima riunione in presenza sarà ospitata a Washington tra una settimana. Il Quad appartiene alla diplomazia, dicono gli osservatori: è la differenza che c’è tra l’invitare a cena qualcuno oppure mettercisi in affari.
Di sottomarini in Australia si parla da parecchio tempo. L’accordo con la Francia risale al 2016, quando Canberra riteneva che quelli a motori diesel sarebbero stati sufficienti per le sue esigenze strategiche. “Ma nel frattempo il mondo è cambiato”, ha scritto su The Age Michael Shoebridge, direttore del programma di Difesa dell’Australian Strategic Policy Institute. Solo cinque anni fa il Regno Unito non sarebbe stato favorevole a condividere segreti nucleari con l’Australia, e l’America forse l’avrebbe potuto fare, ma con enormi difficoltà. Rispetto ad allora però “è cambiato il nostro ecosistema di sicurezza. Che si può riassumere in quattro parole: la Cina sotto Xi”.
La relazione tra l’Australia e la Cina è sempre più compromessa. Pechino è il principale partner commerciale di Canberra, ma lo spionaggio, il furto di segreti industriali, la coercizione economica, l’arresto di cittadini, sono tutte cose che l’Australia ha imparato a conoscere, della Cina, ben prima dell’America. E tutto è precipitato nel 2020, quando il governo Morrison ha chiesto un’indagine sull’origine della pandemia, e la Cina ha reagito con una violenta guerra commerciale. “L’Australia si sente minacciata dalla crescente assertività della Cina nella regione. E ha ragione”, dice Janka Oertel, direttrice del Programma Asia dell’European Council on Foreign Relations. “Pechino ha dimostrato di essere disposta a usare mezzi coercitivi per raggiungere i suoi obiettivi. L’Aukus è una risposta molto concreta a questa dinamica, ma ha il potenziale per esacerbare ulteriormente le tensioni”